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Mutui, continuano i rincari con gli aumenti Bce: la risposta delle banche

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I mutui continuano ad aumentare, sulla spinta dei rialzi ai tassi imposti dalla BCE. Questa volta l’incremento potrebbe essere di soli 25 punti base il che, per chi ha un mutuo medio a tasso variabile – secondo le simulazioni di Facile.it – potrebbe comunque tradursi in un aumento della rata di ben 237 euro (+52%) rispetto all’inizio dello scorso anno. Abbiamo provato a chiedere ad alcuni dei principali istituti di credito italiani cosa propongono ai clienti in questa fase. Vediamo tutto nell’analisi.

La simulazione sulle rate

Il tasso (TAN) di partenza usato nell’analisi di Facile.it è pari a 0,67%, corrispondente ad una rata mensile di 456 euro. A seguito dei diversi aumenti del costo del denaro messi in atto da parte della BCE per contrastare l’inflazione, il tasso del mutuo variabile tipo è salito notevolmente arrivando a superare, ad aprile 2023, il 4,10%. Con l’ulteriore rialzo BCE dello 0,25%, la rata mensile del finanziamento preso in analisi potrebbe arrivare addirittura a 693 euro, il 52% in più rispetto a quella iniziale.

Le aspettative per il futuro

Guardando alle aspettative di mercato (Futures sugli Euribor aggiornate al 26 aprile 2023) emerge come gli aumenti potrebbero continuare ancora; gli esperti prevedono che l’Euribor a 3 mesi non smetterà di salire raggiungendo il suo picco a settembre 2023 con un valore intorno al 3,76%; se queste previsioni fossero corrette, il tasso del mutuo medio preso in esame supererebbe la soglia psicologica del 5%, con una rata di circa 737 euro, vale a dire oltre 280 euro in più rispetto a quella di gennaio 2022. Da qui in poi, sempre secondo gli esperti di Facile.it, la tendenza dovrebbe invertirsi e i tassi iniziare a calare tanto è vero che le quotazioni di giugno 2024 stimano l’Euribor a 3 mesi intorno al 3,22%, vale a dire una rata mensile pari a 698 euro.

Il commento di Banco BPM

Una situazione difficile per molti risparmiatori, che si chiedono come rimediare in questa fase. Costantino Miri, Responsabile Prodotti del Credito di Banco BPM, ha fatto questo interessante commento sul tema: “I clienti privati che hanno sottoscritto un mutuo a tasso variabile hanno la possibilità di passare a un tasso fisso al fine di bloccare l’importo del rimborso mensile, qualora ritengano che la propria rata diventi non più sostenibile visto lo scenario dei tassi in continuo aumento. Il cliente si potrà avvalere delle condizioni previste dalla Legge 197/2022 nel caso abbia le caratteristiche normativamente richieste. Inoltre, previa attenta valutazione caso per caso con il gestore, il cliente può richiedere l’applicazione di altre misure, quali l’allungamento della durata del mutuo o, in caso di maggiore difficoltà, la sospensione temporanea del piano di rimborso. Tali azioni possono rappresentare nel breve periodo un supporto per le famiglie in difficoltà“.

L’analisi di Intesa Sanpaolo

Poi, Diego Norzi, responsabile Coordinamento Marketing e Finanziamenti retail di Intesa Sanpaolo: “Negli ultimi anni una percentuale davvero esigua di clienti Intesa Sanpaolo ha sottoscritto un mutuo a tasso variabile, preferendo nella quasi la totalità il tasso fisso. La politica di Intesa Sanpaolo è di venire incontro alle esigenze della clientela, per evitare che le famiglie subiscano situazioni di stress finanziario conseguenti a rialzi dei tassi. Oltre alla rinegoziazione delle condizioni di tasso, offriamo la possibilità sia di sospendere per un certo periodo i pagamenti sia di allungare la durata del mutuo per alleggerire la rata mensile. Due soluzioni pensate per dare respiro al mutuatario, per esempio di fronte ad una difficoltà imprevista o in attesa di decidere definitivamente per un cambio del tasso. Un’indicazione importante che vorrei emergesse è però di chiedere sempre supporto al gestore in filiale: ogni posizione merita un’analisi personalizzata, che tenga conto di elementi molto importanti come la durata residua del mutuo e la situazione finanziaria complessiva del cliente”.

La view di BCC Banca Iccrea

Interessante, infine, il commento di BCC Banca Iccrea. L’istituto preferisce un approccio più eterogeneo anche in funzione di quello che è il proprio business model, come ha spiegato con questa dichiarazione rilasciata ai nostri microfoni: “I temi legati alla sottoscrizione dei mutui sono a discrezionalità delle 117 BCC aderenti al Gruppo BCC Iccrea. La decisione di procedere con un’eventuale variazione delle condizioni è rimessa a ciascuna BCC nell’ambito della propria autonomia, per come statuito dal Contratto di Coesione costitutivo del Gruppo Bancario Cooperativo. Pertanto, non abbiamo modo di dare un contributo univoco e rappresentativo della dinamica di tutte le BCC, che decidono in via diretta e autonoma. Ad oggi, la Capogruppo si riserva una verifica preventiva della legittimità delle modifiche delle condizioni contrattuali”.

Insomma, gli approcci di ogni banca sono chiaramente differenti, ma il tema di fondo per i risparmiatori è riuscire a far quadrare i conti e saldare i debiti contratti (un bene anche per il sistema bancario, evitando di far lievitare gli NPL). In linea generale, chi volesse passare da un variabile ad un fisso può surrogare il proprio mutuo presso altre banche oppure rinegoziare le condizioni presso la propria banca. Oltre alla rinegoziazione a discrezione banca, la Legge di Bilancio 2023 ha previsto anche una rinegoziazione ex lege in presenza di determinati requisiti oggettivi (importo inferiore a 200.000 euro) e soggettivi (ISEE inferiore a 35.000 euro). Opzioni da valutare e considerare, tutte, meglio se con il supporto del consulente finanziario di fiducia.