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MPS: Tesoro pensa ad aumento capitale fino a 3 miliardi

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Il Ministero dell’Economia starebbe considerando un aumento di capitale fino a 3 miliardi di euro per Mps  in vista del matrimonio con Unicredit. Obiettivo: rafforzarne la solidità patrimoniale e assecondare la richiesta della banca milanese  di rendere l’acquisizione neutrale per i suoi ratio di capitale.
È quanto scrive Bloomberg, citando fonti anonime a conoscenza del dossier. L’opzione preferita dal ministero dell’Economia – stando alle indiscrezioni –  sarebbe quella di un aumento in opzione, che consentirebbe agli azionisti del Monte dei Paschi che intendono sottoscrivere l’aumento di non vedersi diluiti.

Mps, l’ammontare della ricapitalizzazione è incerto

L’ammontare della ricapitalizzazione, ancora oggetto di discussione, dipenderà dall’esito della due diligence che Unicredit sta conducendo su Mps, dagli asset che verranno trasferiti e dal concambio che verrà stabilito tra i titoli delle due banche.

Unicredit beneficerebbe inoltre di 2,2 miliardi di crediti fiscali (le cosiddette Dta) che maturano in caso di fusione tra banche decisa entro il 31 dicembre 2021.

Secondo le fonti di Bloomberg, le parti stanno pensando a un deal simile a quello che ha portato alla creazione di Banco BPM cinque anni fa. In quell’occasione il Banco Popolare e la Banca Popolare di Milano concordarono un’operazione all-stock a concambio che tenesse conto dell’aumento di capitale che il Banco Popolare portò a termine prima del completamento della fusione. Nonostante le vendita a UniCredit sia la soluzione preferita dall’Italia, soddisfare le condizioni chieste da UniCredit potrebbe costare fino a 10 miliardi di euro per i contribuenti italiani.

Nessun commento ufficiale sull’indiscrezione.

La stessa banca, nel suo piano industriale al 2025 non ancora approvato da Bruxelles, stima 2,5 miliardi di ricapitalizzazione, in funzione della “operazione strutturale”, cioè della fusione con un altro istituto.

L’obiettivo dell’istituto di Piazza Gae Aulenti è – in 40 giorni – definire la fattibilità di un’intesa con il Tesoro per rilevare una “perimetro selezionato” degli asset della banca senese.