Società

Mps, Grilli: “Non c’è bisogno di un salvataggio”. La Procura: “Situazione esplosiva”

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

ROMA (WSI) – Dopo l’incontro di ieri con il presidente della Bce Mario Draghi, il ministro dell’Economia Vittorio Grilli è stato ascoltato sulla vicenda Mps. E mentre la magistratura senese indaga per truffa ai danni della banca, Bankitalia ieri ha escluso ogni ipotesi di commissariamento.

PROCURATORE, SITUAZIONE ESPLOSIVA E INCANDESCENTE – “Non posso dirvi nulla, la situazione è esplosiva e incandescente, stiamo parlano del terzo gruppo bancario italiano”. Così il procuratore di Siena Tito Salerno ha risposto ai giornalisti che per tutta la giornata hanno chiesto informazioni sull’inchiesta per l’acquisizione di Antonveneta da parte di Mps.

Il procuratore non è entrato nei dettagli limitandosi a ribadire che i magistrati si trovano di fronte ad un’inchiesta molto “complessa” e che la situazione é “fluida”.

Leggere anche:
Scandalo Mps: truffa agli azionisti e tangenti intascate dai manager. Per anni

GRILLI, NECESSARIA PRUDENZA IN DIBATTITO SU BANCHE – “Ritengo che sia necessari prudenza e responsabilità nel dibattito pubblico sulla situazione dei nostri intermediari finanziari”. Afferma il ministro dell’Economia Vittorio Grilli in un’audizione in Parlamento.

Uno dei “punti forza dell’Italia è la riconosciuta solidità del sistema bancario”, prosegue il ministro dell’Economia. “Le nostre banche hanno mostrato capacità uniche. Non sono necessari salvataggi. Non bisogna insinuare dubbi sulla solidità del sistema, non risponde a realtà. Neppure le vicende Mps modificano il quadro”.

Uno dei “punti forza dell’Italia è la riconosciuta solidità del sistema bancario”, sottolinea Grilli nel corso dell’audizione alla Camera. “Le nostre banche hanno mostrato capacità uniche. Non sono necessari salvataggi. Non bisogna insinuare dubbi sulla solidità del sistema, non risponde a realtà. Neppure le vicende Mps modificano il quadro”.

Nel caso delle misure per l’Mps si trattava di “limitare i rischi sistemici mettendo al sicuro il risparmio dei correntisti”. Lo ha detto il ministro dell’Economia Vittorio Grilli precisando che non si tratta di interventi “a favore del management, ma a favore dei risparmiatori”. “L’intervento dello stato – aggiunge Grilli – non si configura come un salvataggio di una banca insolvente, ma come un rafforzamento del capitale” secondo gli stadard Eba.

Il ministro commenta poi l’azione di Bankitalia: ‘E’ stata “continua, attenta, appropriata e si è intensificata nel tempo” a partire dal 2010.

In seguito alle ispezioni del 2011, Bankitalia “ha avviato una procedura sanzionatoria nei confronti del management del Mps” e tale procedura “ad oggi è in fase conclusiva”. Lo ha detto il ministro Vittorio Grilli ricordando che il rapporto ispettivo del marzo 2012 ‘evidenziava carenze nell’organizzazione dei controlli internì.

La sottoscrizione di nuovi titoli “assoggetterà Mps a importanti e penetranti vincoli in termini di governance e operativita”. Tra questi “limiti alle strategie commerciali e acquisizione partecipazioni. Divieto dividendi, vincoli a remunerazioni”, afferma Grilli nel corso dell’audizione.

Su Mps Bankitalia ha svolto “una intensa attività di vigilanza che ha consentito di individuare e interrompere comportamenti anomali”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli in audizione in Parlamento.

Se il Monte dei Paschi non dovesse essere in grado di rimborsare i 3,9 miliardi prestati dallo stato sotto forma di Monti Bond, “considerando il prezzo attuale dei titoli Mps, la quota del Tesoro salirebbe all’82% del capitale della Banca”.

GDF MILANO, BALDASSARRI E PONTONE ‘BANDA 5%’ – Gianluca Baldassarri e Matteo Pontone, già responsabili dell’area finanza di Mps e della filiale di Londra della stessa banca senese erano conosciuti come “la banda del cinque per cento perché su ogni operazione prendevano tale percentuale”. Lo ha rivelato Antonio Rizzo, ex funzionario di Dresdner, sentito come testimone nel 2008.

Rizzo venne ascoltato come testimone il 13 ottobre 2008 dal pm Roberto Pellicano, titolare di un’inchiesta sulla finanziaria svizzera Lutifin e che riguarda anche un derivato comprato da parte di Monte dei Paschi di Siena alla banca tedesca. La frase è riportata in un’informativa agli atti dell’indagine milanese.

Rizzo nel verbale parla di un incontro avvenuto nel novembre 2007 tra lui e altri due funzionari della Dresdner durante il quale quello che si occupava della vendita dei prodotti finanziari strutturati “caldeggiava l’operazione di riacquisto di un pacchetto titoli strutturato da Mps Londra”. “Faccio presente – si legge ancora nel verbale – che parlo di riacquisto in quanto lo stesso pacchetto era stato venduto da Dresdner a Mps Londra in precedenza.

Nell’occasione si venne a sapere che Dresdner per l’operazione, avrebbe pagato una somma a titolo di intermediazione, a tale Lutifin di Lugano. Cutolo (uno dei due funzionari della Dresdner, ndr) rimase sorpreso e disse che era assurdo pagare per una intermediazione per un affare che Dresdner poteva tranquillamente fare da sola. Tale assurdità era accentuata dal fatto che in occasione della vendita da Dresdner a Mps era stato utilizzato altro intermediario diverso da Lutifin”.

Rizzo afferma poi che nel marzo del 2008 era andato a raccontare quanto accaduto con Mps all’organismo di controllo interno di Dresdner “e mi è stato comunicato che sarebbe stata aperta un’indagine”. Qualche giorno dopo in una cena con Michele Cortese, l’uomo che si occupava della vendita di prodotti finanziari per Dresdner Bank-London Branch, quest’ultimo gli disse che “a suo avviso, ma il fatto sembrava notorio, Pontone e Baldassarri (il primo all’epoca responsabile della filiale di Londra di Mps e il secondo capo di Pontone, ndr) avevano percepito una commissione indebita dell’operazione per il tramite di Lutifin. Mi disse anche che i due erano conosciuti come la banda del 5% perché su ogni operazione prendevano tale percentuale”.

PROFUMO: IMPEGNO PER NO NAZIONALIZZARE,MA POSSIBILE – “Potenzialmente” una nazionalizzazione di Mps “può accadere”. Così il presidente Mps Alessandro Profumo a Ballarò. “Sottolineo potenzialmente – dice – perché abbiamo fatto un piano industriale con il nuovo cda e management che dovrebbe consentirci di restituire” i Monti bond,”questo supporto pubblico che stiamo ricevendo”.

GRILLO: BERSANI SI DIMETTA E POI COMMISSIONE INCHIESTA – Dimissioni immediate di Bersani da segretario del Pd e istituzione di una commissione d’inchiesta su Mps. E’ quanto invoca Beppe Grillo sul suo blog da dove annuncia la richiesta di una commissione d’inchiesta non appena il M5S arriverà in Parlamento. “Mps fa impallidire non solo Parmalat, ma anche il fallimento del Banco Ambrosiano, dietro a questo colossale saccheggio, come avvenne allora, ci può essere di tutto. Craxi, in confronto, rubava le caramelle ai bambini” dice Grillo.

“Di fronte a questo colossale furto ai danni degli italiani, il cui conteggio finale non è forse ancora concluso” Grillo chiede anche la verifica dei patrimoni dei segretari del Pd e di tutti i nominati nella fondazione Mps dal comune di Siena, della Provincia di Siena, della Regione Toscana dal 1995. Il leader M5S vuole anche la pubblicazione dei nomi di tutti coloro che hanno goduto dello Scudo Fiscale con l’ammontare degli importi rientrati in Italia.

BERSANI A GRILLO, NON PRENDO LEZIONI DA AUTOCRATI STRAPAZZO – Il segretario del Pd Pierluigi Bersani rispedisce al mittente la richiesta di dimissione dal partito avanzata da Beppe Grillo. “Chi dice cose fuori dal segno ne risponde – ha detto Bersani -. Aggiungo che vorrei capire da che pulpito democratico Grillo parla di dimissioni, io ce l’avrei un partito che potrebbe chiedermele. A Grillo chi può chiederle? Ecco, allora lezioni non ne dia per favore che da quel lato non ne prendo, da autocrati da strapazzo non ne prendo”. (ANSA)

______________________

“Questo non è un contributo a fondo perduto ma un prestito che viene pagato a un tasso di interesse del 9% incrementato dello 0,5% ogni due esercizi a partire dall’anno successivo di sottoscrizione fino al limite massimo del 15%”. Lo ha detto il ministro dell’Economia, Vittorio Grilli, nel corso di un’audizione di fronte alle commissioni Finanze riunite di Camera e Senato, riferendosi ai cosiddetti Monti Bond.

INTERVENTO PER I RISPARMIATORI. L’intervento dello Stato per il Monte dei Paschi di Siena è stato deciso per mettere “in sicurezza i risparmiatori e non a favore del management dell’istituto”, ha detto Grilli, durante l’audizione sulla vicenda Mps, a Montecitorio,. Il ministro ha poi precisato che vanno separate “le responsabilità dei manager dalla vita del sistema bancario e del risparmio dei cittadini”.

“SISTEMA BANCARIO SOLIDO”. Grilli ha precisato poi che uno dei “punti forza dell’Italia” è esattamente “la riconosciuta solidità del sistema bancario. Le nostre banche hanno mostrato capacità uniche. Non sono necessari salvataggi. Non bisogna insinuare dubbi sulla solidità del sistema, non risponde a realtà. Neppure le vicende Mps modificano il quadro”, ha detto in Commissione finanze. Un richiamo del ministro uscente è andato alla necessità di usare “prudenza e responsabilità nel dibattito pubblico sulla situazione dei nostri intermediari finanziari”, in particolare sul caso del Monte.

SUI MONTI BOND. Sui cosiddetti Monti bond, 3,9 miliardi di titoli che verranno sottoscritti dal Tesoro, Grilli ha aggiunto che “l’intervento dello Stato non si configura come un salvataggio di una banca insolvente, ma come un rafforzamento del capitale” secondo gli stadard Eba, l’autorità europea di sorveglianza delle banche. Il ministro ha dato notizia del fatto che ieri via Nazionale ha dato il via libera al riscatto dei vecchi Tremonti bond emessi da Mps per 1,9 miliardi, passaggio propedeutico all’emissione dei 3,9 miliardi di Monti bond.

SULLA VIGILANZA. Sul ruolo della Vigilanza in particolare, Grilli ha spiegato che “anche grazie alle informazioni fornitemi dal Governatore, a mio parere l’azione di vigilanza è stata continua, attenta, appropriata e via via si è intensificata negli anni: è iniziata nel 2010 con il governatore Draghi e proseguita poi nel 2012 e nel 2013 con il governatore Visco”. Nella vicenda Mps, ha sottolineato, “vanno tenute distinte le responsabilità individuali” da quelle della banca. Ripercorrendo poi l’attività svolta dagli uomini di via Nazionale negli anni passati, Grilli ha precisato che sono stati bloccati “comportamenti anomali a elevata rischiosità. Nel complesso – ha detto il ministro – Mps è stata sottoposta a un’intensa attività di vigilanza”, che ha indotto “la banca a rafforzare i presidi organizzativi di controllo”.