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È morto Mandela

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NEW YORK (WSI) – Andandosene dopo una lunga malattia, Nelson Mandela e’ riuscito in un’ultima impresa: tenere uniti i bianchi e i neri del suo paese, da mesi raccolti intorno al suo capezzale per dare l’ultimo saluto. Il Sudafrica, d’altronde, come sosteneva il carismatico leader, appartiene al suo popolo.

Il primo presidente dopo l’apartheid, contro il quale ha consacrato una vita di battaglie, “adesso riposa, adesso è in pace”, ha annunciato il presidente attuale Jacob Zuma. “La nostra nazione ha perso un grande figlio. I nostri pensieri – ha detto – sono con la sua famiglia, con i colleghi e amici e con il popolo sudafricano”. Il governo ha ordinato il lutto nazionale.

La notizia ha commosso Barack Obama: “È stato l’esempio della mia vita”. “Abbiamo perso uno degli uomini più coraggiosi e influenti dell’umanità”: ha detto il presidente Usa commemorando Mandela in diretta Tv. “Non posso immaginare la mia vita senza l’esempio di Nelson Mandela”.

Anche David Cameron si aggiunge alla serie di condoglianze di rito: “una grande luce si é spenta nel mondo”. Così il premier britannico, fra i primi leader al mondo a inchinarsi di fronte alla scomparsa dell’ex leader sudafricano. “Nelson Mandela è stato un eroe del nostro tempo”, ha scritto Cameron su Twitter, annunciando che anche la bandiera dinanzi alla sua residenza, al numero 10 di Dowining street, è da stasera a mezz’asta in segno di lutto e di omaggio.

Prima della “liberazione”, il premio Nobel per la Pace nel 1993 ha trascorso in Sudafrica 26 anni di prigionia repressiva. Uscendo dal carcere di Victor Verster di Città del Capo nel 1990, con le sue lotte ha contribuito in maniera decisiva alla fine dell’apartheid.

Il vero nome di Mandela era in realtà Rolihlahla, “attaccabrighe”. Nelson glielo affibbiò un insegnante del collegio coloniale britannico di Healdtown, forse pensando all’ammiraglio. “Non c’è nessuna strada facile per la libertà”, ha riassunto il compianto uomo politico, definito da Obama “un eroe del mondo“.

L’eredita’ politica che lascia l’ex leader sudafricano, morto all’eta’ di 95 anni per un’infezione polmonare, e’ una lezione di convivenza. Quando si pensava che lo stato sarebbe naufragato in un conflitto razziale, Mandela e’ riuscito a riconciliare il suo popolo.

“Madiba”, come e’ conosciuto all’interno del suo clan tribale, lascia una nazione sostanzialmente unita, anche se i problemi sociali non sono mai stati del tutto risolti, ma un’economia zoppicante, in difficolta’ anche per via della crisi globale.

La crescita sudafricana e’ legata da un filo molto stretto al trend economico internazionale. Il paese e’ ricco di minierie (carbone, platino, uranio e diamanti), infrastrutture moderne e industrie fiorenti. Il miglioramento costante economico degli ultimi anni ha portato investimenti dall’estero.

L’attuale presidente, Jacob Zuma, e’ una figura controversa. E’ l’espressione dello stesso partito politico di Mandela, ma e’ una personalita’ molto diversa dal suo predecessore.

Il pericolo che scoppi il caos con la morte di Mandela c’e’, dal momento che a detta di media e politologhi il paese non e’ veramente preparato a ritrovarsi privo del suo leader piu’ carismatico di sempre.

Anche se Mandela non ricopriva piu’ un ruolo politico nello stato piu’ ricco d’Africa, era la sua presenza ingombrante, simbolo della rivoluzione contro l’apartheid, a tenere unita la popolazione, come si e’ visto anche nei giorni che hanno preceduto la sua scomparsa.

Il suo successore alla guida della nazione e del partito dell’African National Congress (ANC) e’ dal 2009 Jacob Zuma, personalita’ dalle politiche contradditorie, che ha mostrato sin qui due facce opposte tra loro. Da quando e’ presidente del Sudafrica si e’ impegnato per rafforzare le condizioni economiche dei neri, ma al contempo ha imposto una linea ferrea contro chiunque abbia intenzione di manifestare il proprio dissenso contro le autorita’.

Non avremo tolleranza verso coloro che commetteranno crimini nel nome delle relazioni sindacali. Costoro affronteranno la piena applicazione della legge”, ha fatto sapere Zuma.

Le sue doti di leader sono state talvolta messe in dubbio e aprono un grande punto interrogativo sul futuro e stabilita’ della nazione piu’ ricca del continente nero (conta per il 25% del Pil africano), sulla quale pesano l’ombra lunga dell’Apartheid e la crisi economica mondiale.

AIDS: UNA MACCHIA DELLA VITA POLITICA

Per motivi chiaramente politici e di consenso popolari non ha mai veramente lanciato una lotta all’Aids. Uno dei suoi eredi è morto della malattia, nel 2005.

In un articolo pubblicato su The Lancet, il Dottor Paul Zeitz, numero uno della Global AIDS Alliance, racconta che sebbene l’allora vice presidente Thabo Mbeki (per anni un uomo che negava l’esistenza del morbo dell’AIDS) sia il principale responsabile per la crisi sanitaria e umanitaria del Sudafrica negli anni ’90, fu Mandela ad essere il presidente in carica al tempo.

Nel 1996, il suo governo spese il 20% del budget annuale per combattere l’Aids in un contratto con una compagnia di teatro per produrre uno spettacolo con messaggi di salute pubblica discutibili”, secondo Zeitz.

Dopo quell’errore – e altri – commessi, Mbeki ha insistito perché il Virodene, un farmaco anti AIDS prodotto in Africa, venisse messo in commercio. Il medicinale venne descritto “inadatto al consumo” da parte di esseri umani.

Quando Mandela prese il posto di Mbeki nel 1999, l’11,7% degli adulti nel Sudafrica soffrivano del virus dell’HIV/AIDS.

Nella sua breve vita politica ha dovuto anche affrontare una causa in tribunale contro l’industria farmaceutica. Mandela è stato accusato nel 1997 di aver permesso al governo di importare e produrre medicinali per la cura dell’Aids a “prezzi sostenibili”.

Per effetto delle proteste internazionali, che rischiavano peraltro di rovinare l’immagine delle stesse aziende che portarono causa, il processo intentato dalle 39 case farmaceutiche venne poi annullato.

D’altronde lui stesso diceva di non essere “né un santo né un profeta”. Non gli piaceva venire presentato come una “sorta di semi dio”. Insisteva sugli errori commessi, sulle sue carenze e le sue “intolleranze”.

Una delle sue citazioni preferite erano le parole scritte dal poeta inglese William Ernest Henley: “Non importa quanto sia stretta la porta, quanto piena di castighi la vita. Io sono padrone del mio destino, io sono il capitano della mia anima”.

Per contattare l’autore @neroarcobaleno; [email protected]

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ROMA (WSI) – Nelson Mandela e’ morto a 95 anni. Il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, ha annunciato stasera in un commosso discorso televisivo alla nazione la scomparsa del suo predecessore, eroe della lotta all’apartheid nel Paese. Zuma ha ordinato il lutto nazionale.

Mandela e’ morto serenamente nella sua casa di Johannesburg. Lo ha detto in un discorso televisivo il presidente sudafricano Jacob Zuma.

”Voglio ricordare con semplici parole la sua umilta’, la sua grande umanita’ per la quale il mondo intero avra’ grande gratitudine per sempre”. Cosi’ il presidente sudafricano, Jacob Zuma, nel ricordare Nelson Mandela. Nel suo annuncio Zuma si e’ rivolto ripetutamente a Mandela col suo popolare e affettuso soprannome: Madiba.

Una folla si sta radunando sotto l’abitazione della famiglia Mandela, a Johannesburg, per rendere omaggio a Madiba. Le immagini in diretta dalla Cnn mostrano molte persone in lacrime, tra cui molti giovani.

Obama si commuove: ‘E’ stato l’esempio della mia vita’ – ”Abbiamo perso uno degli uomini piu’ coraggiosi e influenti dell’umanita”’: lo ha detto il presiedente Usa, Barack Obama commemorando Nelson Mandela. ”Non posso immaginare la mia vita senza l’esempio di Nelson Mandela”: lo ha detto il presidente americano, Barack Obama, commuovendosi in diretta Tv.

Cameron, ‘s’é spenta grande luce, eroe nostro tempo’ – ”Una grande luce si é spenta nel mondo”. Così il premier britannico David Cameron, fra i primi leader al mondo a inchinarsi di fronte alla morte di Nelson Mandela, si e’ espresso oggi sulla figura dell’ex presidente sudafricano scomparso. ”Nelson Mandela e’ stato un eroe del nostro tempo”, ha scritto Cameron attraverso Twitter, annunciando che anche la bandiera dinanzi alla sua residenza, al numero 10 di Dowining street, e’ da stasera a mezz’asta in segno di lutto e di omaggio. ‘Sono stato uno dei milioni di persone che e’ stato ispirato da Mandela. Non posso immaginare la mia vita senza il suo esempio” afferma Obama, sottolineando che il giorno in cui Mandela ”e’ uscito dalla prigione mi ha dato l’idea di cosa si puo’ raggiungere quando si e’ guidati dalla speranza”. Mandela ha ”raggiunto piu’ di quanto ci si possa aspettare da ogni uomo. E oggi e’ tornato a casa. Fermiamoci e ringraziamo del fatto che sia vissuto”.

Ban, fonte ispirazione per umanita’ – “Sono profondamente rattristato di apprendere della morte dell’ex presidente sudafricano Nelson Mandela. E’ stato un grande uomo, un gigante per la giustizia e fonte di ispirazione per l’umanita”’: lo ha detto il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, porgendo le sue condoglianze a tutto il Sudafrica.