
Roma – In una fase economico-finanziaria in cui gli operatori finanziari sono letteralmente incollati ai propri schermi per monitorare il trend degli spread, quasi più di quello delle azioni, c’è qualcosa che sta lentamente mutando. E che non promette nulla di buono.
A fare il punto della situazione è Morgan Stanley, che parte da una premessa: “gli spread perififerici continuano a salire, ma i rendimenti dei titoli tedeschi hanno smesso di scendere“.
Cosa significa questo? Semplice: se prima gli investitori stavano smobilizzando bond italiani e spagnoli acquistando asset tedeschi, ora stiamo assistendo a un completo disinteresse nei confronti di tutti gli asset denominati in euro.
Di norma, quando i rendimenti dei bond periferici salgono, mentre i tassi tedeschi scendono, si è in presenza di quella situazione in cui gli investitori si muobvono per riequilibrare i loro portafogli, senza però lasciare del tutto i mercati dei titoli stato denominati in euro. Quando invece, come sta accadendo ora, gli spread dei paesi periferici salgono e fronte di tale situazione, i tassi sui bond tedeschi smettono di scendere, allora il risultato è che il ribilanciamento dei portafogli non comprende più in modo determinante asset europei. E che, di fatto, si diventa ribassisti sull’euro.