Economia

Monti: “irreversibile” il progetto euro, 1% Pil Ue stanziato per crescita

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Roma – Insieme per raggiungere un’unione bancaria e adottare un’agenda per rilanciare la crescita, ma in disaccordo sull’uso del fondo salva stati e sugli Eurobond. Le quattro maggiori potenze europee hanno preso solo accordi di massima da presentare al prossimo consiglio che sara’ il piu’ importante dall’introduzione dell’euro.

Centotrenta miliardi di euro, pari all’1% del Pil dell’area, verranno stanziato per la crescita, e si cerchera’ di dirigere il blocco a 17 verso un’unione bancaria e finanziaria. Intesa anche sulla Tobin Tax, mentre sugli Eurobond la Francia vorrebbe che rimanessero una prospettiva a breve, non appena verra’ raggiunta una certa integrazione, e non a 10 anni.

Questi i dettagli emersi al termine della conferenza stampa del premier Monti e degli altri tre leader europei – il presidente della Repubblica francese Francois Hollande, il cancelliere tedesco Angela Merkel e il primo ministro spagnolo Mariano Rajoy – tenuta a Roma dopo le due ore di vertice quadrilaterale a Villa Madama.

“Stiamo lavorando per una agenda a livello europeo … per raggiungere impegni concreti”. Al prossimo consiglio verranno sostenute una serie di azioni per rilanciare investimenti, occupazione, economia, ha detto, precisando che una “sana disciplina macroeconomica e’ indispensabile”.

Il professore della Bocconi ha sottolineato “l’irreversibilita’ del grande progetto che ha avuto successo e che si chiama euro. Diamo molta importanza ai meccanismi per stabilizzare i mercati finanziari, ovviamente”.

In vista del Consiglio europeo “stiamo lavorando per un pacchetto per la crescita che desideriamo sia rilevante, nell’ordine dell’1% del Pil europeo, cioe’ 130 miliardi di euro”.

Ha poi preso la parola Hollande, uno dei grandi promotori della crescita, contrario alle misure di austerita’. “La riunione odierna – che il presidente francese ha definito “utile” – e’ preparatoria al consiglio del 29 giugno che dovra’ segnare dei progressi per dare fiducia alla zona euro”. Verranno stanziati l’1% del PIl (primo obiettivo). Non e’ mancato il riferimento all’unione bancaria, come secondo obiettivo, mentre come terzo quello di “utilizzare al meglio gli strumenti gia’ esistenti per stabilizzare i mercati e lottare contro la speculazione”.

Merkel ha precisato che la Germania dara’ il suo contributo alla crescita e che creare posti di lavoro e’ l’aspetto piu’ urgente da affrontare. Competivita’, collaborazione, ma anche controlli e rispetto delle regole, il tutto in un contesto in cui “l’unione politica deve essere piu’ forte”. “Dopo il fiscal compact e’ necessario lanciare un segnale concreto, agire in modo efficace e puntare sugli investimenti”.

Infine il cancelliere dice “noi quattro appoggiamo la tassa sulle transazioni finanziarie”, possibile solo nell’ottica di una cooperazione rafforzata affinche’ si possa attuare il prima possibile, come spiegato da Hollande.

Rajoy: abbiamo tutti scommesso sull’irreversibilita’ dell’euro, e’ il progetto piu’ forte mai messo in moto in questi anni, l’obiettivo e’ raggiungere una stabilita’ finanziaria piu’ forte. “Abbiamo scomesso su una integrazione europea, bancaria, fiscale, economica e politica”.

Al centro dei colloqui, in vista del cruciale summit di Bruxelles del 28 e il 29 giugno, dunque l’adozione di misure per la crescita necessarie a garantire la stabilita’ dei mercati finanziari e frenare il rialzo dello spread.

I leader europei non hanno discusso della proposta italiana formulata al vertice G20 di Los Cabos di utilizzare il Fondo Salva-stati per effettuare acquisti dei bond dei paesi a rischio di contagio sterilizzando gli spread, mentre e’ stata confermata l’ipotesi che avrebbero espresso l’intenzione di fare ulteriori passi in avanti verso l’istituzione di una efficace unione bancaria con sistemi di vigilanza ad hoc e un sistema di garanzie sui depositi comuni.

Rajoy ha specificato che secondo lui il fondo salva stati EFSF puo’ comprare debito. In passato Monti ha gia’ detto di essere d’accordo. A essere contrario e’ il cancelliere tedesco Merkel, che vuole mettere delle condizioni, citando quanto previsto dai trattati. I quali, tuttavia, prevedono che i fondi EFSF ed ESM possano essere utilizzati per acquistare debito dei paesi in difficolta’.

Come anticipato dalla stampa tedesca, il colloquio e’ stato un confronto in termini generali e non e’ stata presa alcuna decisione vera e propria, bensi’ sono stati trovati dei punti d’incontro sui piani da imporre alla prossima riunione del Consiglio a Bruxelles.

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SUMMIT A QUATTRO PER SALVARE EURO E RILANCIARE UE

di Paola Tamborlini – ANSA

Se oggi a Roma non si riusciranno a smussare gli spigoli, difficilmente il vertice del 28 e 29 giugno a Bruxelles potrà essere all’altezza delle sue aspettative: un summit cruciale per salvare l’euro e rilanciare l’Unione. Italia, Francia, Germania e Spagna dovranno riuscire in un difficile lavoro di bilanciamento tra interessi nazionali, politici ed economici, per spianare la strada all’assunzione di quelle misure “concrete” e, soprattutto, “a lungo termine” sulla crescita, necessarie per placare i mercati e frenare gli spread. Ma i nodi che a villa Madama dovranno sciogliere – o perlomeno cercare di allentare – il premier Mario Monti, il presidente francese Francois Hollande, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il premier spagnolo Mariano Rajoy, in una quadrilaterale con pochi precedenti dopo il lungo dominio ‘Merkozy’, davvero non sono pochi.

A cominciare dalla proposta lanciata dallo stesso Monti sull’uso dei fondi salva Stati per creare uno scudo in grado di tenere a freno gli spread, sulla quale ieri il Financial Times Deutschland ha rivelato nuovi dettagli. Secondo il giornale tedesco, che cita “due fonti europee di alto livello”, il professore avrebbe pensato non ad un acquisto diretto da parte dell’Efsf-Esm sul mercato secondario dei titoli, bensì ad un intervento della Bce per comprare i bond dei Paesi in difficoltà su mandato del fondo salva Stati, aggirando così le ‘condizioni’ poste dai regolamenti previsti dai Fondi. Da Palazzo Chigi non è arrivato nessun commento, ma la proposta lanciata da Monti al G20 sull’uso dell’Efsf prima e dell’Esm poi per l’acquisto dei bond potrebbe essere il terreno dal quale far partire la mediazione. Come ha intuito anche la stessa cancelliera che, accanto all’iniziale reazione di freddezza, ha fatto trapelare anche qualche ufficioso segnale di apertura. Del resto qualcosa bisognerà cedere.

E non solo da parte tedesca. Non è un caso che frau Merkel, prima di un G20 nel quale sapeva si sarebbe trovata in clamorosa minoranza, ha annunciato che si presenterà a Bruxelles con in tasca un piano per far avanzare il processo di unione politica europea. Progetto finora frenato dai Paesi più restii a cedere pezzi di sovranità nazionale, Francia in testa. Un passo indietro di Parigi su questo tema, sul quale Monti si è già detto favorevole, potrebbe corrispondere ad un ammorbidimento tedesco su altri dossier. Se di eurobond in tempi brevi ormai non parla più neppure Hollande, di fronte ad una concessione sulla sovranità nazionale i Paesi interessati alla condivisione dei debiti potrebbero forse riportare sul tavolo almeno i ‘fratelli minori’, come li ha definiti Berlino, e cioé gli eurobill, i titoli a breve termine garantiti dalla Ue. Una partita a scacchi, quella tra Merkel, Monti, Hollande e Rajoy, che si giocherà anche sul progetto di unione bancaria (al quale sta lavorando il ‘quartetto Ue’ formato da Consiglio, Bce, Commissione e Eurogruppo). Un progetto caro alla Francia e all’Italia – che preferisce parlare di unione finanziaria – ma che la Germania vincola ad una compiuta unione politica e fiscale. Quel che è certo è che tutti hanno bisogno di portare a casa risultati concreti.

Al Professore mediare non basta più, questa volta ha bisogno di fatti per scacciare lo spettro che sia l’Italia il prossimo Paese a cedere dopo la Spagna. Ma anche e soprattutto per placare non tanto le turbolenze dei mercati, quanto quelle della coalizione che lo sostiene. Hollande, dopo la strepitosa vittoria dei socialisti alle legislative, deve dimostrare di essere all’altezza della situazione, la Merkel è ansiosa di dimostrare le ragioni del “Paese motore della crescita”, ma deve trovare il modo di uscire dall’angolo. Mentre Rajoy, che è riuscito in extremis ad evitare il ‘commissariamento’, strappando un salvataggio ad hoc per le banche, è alla forte ricerca di un ruolo compiuto nella nuova Ue ridisegnata dalle elezioni.