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Mondo: State Street rilancia i timori sui mutui

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Sulle Borse mondiali continuano a pesare i timori di un peggioramento della crisi dei mutui subprime (ad alto rischio) negli Usa e di un suo allargamento all’economia reale. La notizia di ieri è che la società di gestione americana State Street, secondo The Times, avrebbe un’esposizione di 22 miliardi di dollari nei confronti dei veicoli finanziari conduit di asset-backed commercial paper, i veicoli extrabilancio su cui altre finanziarie hanno dichiarato problemi nelle scorse settimane.
The Times, citando documenti depositati alle autorità di mercato, parla di linee di credito aperte dal gruppo bostoniano con almeno sei conduit, che rappresentano il 17 per cento del suo patrimonio totale e fanno di State Street la banca più esposta a questo tipo di rischio in Europa e Usa. “I commercial paper continuano a essere venduti quotidianamente”, ha replicato in un comunicato la società, precisando che “continuiamo a monitorare attivamente gli sviluppi del mercato”. Il principale rischio legato ai conduit, “pacchetti” di prestiti finanziati con debito a breve raccolto nel mercato dei commercial paper, è che le banche siano costrette a finanziarli attingendo a risorse proprie. Il titolo ieri cala e trascina al ribasso i bancari di Europa e Stati Uniti.
Intanto il Governo giapponese presterà la dovuta attenzione alle possibili ripercussioni che il rallentamento dell’economia statunitense potrebbe avere su quella del Giappone. Lo ha dichiarato ieri il ministro dell’Economia giapponese Hiroko Ota, spiegando che “se l’economia americana va in stallo, quella giapponese potrebbe registrare un calo sulle esportazioni”. L’esternazione arriva poiché molti dei membri del board della Banca del Giappone concordano sul fatto che c’è incertezza per l’evoluzione del mercato immobiliare Usa a causa dei problemi legati ai mutui subprime. Lo si legge nelle minute del meeting di politica monetaria dello scorso 11-12 luglio, rese note ieri. Il board in quell’occasione ha votato otto a uno per lasciare il tasso invariato allo 0,5 per cento, con un solo membro del board, Atsushi Mizuno, contrario. “Alcuni membri dicono che non è altamente probabile che i problemi dei prestiti subprime possano danneggiare consistentemente i mercati del credito, tuttavia se ciò accadesse, non si può escludere la possibilità che le condizioni economiche e finanziarie internazionali possano essere malamente colpite”, dicono le minute. La Boj ha lasciato invariato il tasso anche al meeting della scorsa settimana, come nelle attese, sull’onda delle recenti turbolenze dei mercati, ma Mizuno di nuovo ha votato contro.
Mentre Giappone, Stati Uniti e Russia continuano a iniettare liquidità sui mercati internazionali, gli economisti di Deutsche Bank stimano che l’impatto della crisi dei mutui subprime Usa sull’economia della zona euro e su quella della Gran Bretagna potrebbe portare a un calo da uno a tre decimali di punto sul Pil (ovvero dallo 0,1 allo 0,3 per cento) per quest’anno e per il 2008. Gli economisti spiegano comunque che la questione più importante è rappresentata dalla stretta che si registrerà sui mercati del credito.