Economia

Moda: accordo MSE-Centro Firenze per internazionalizzazione imprese

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(Teleborsa) – Oggi a Firenze Adolfo Urso, viceministro dello Sviluppo Economico, e Alberto Pecci, presidente del Centro di Firenze per la Moda Italiana, hanno firmato l’Accordo di Settore per il biennio 2010-2011, che stabilisce i criteri di finanziamento delle operazioni congiunte tra i due soggetti che hanno per obiettivo l’internazionalizzazione del sistema moda italiano (vedi comunicato). Nel corso della conferenza stampa Alberto Pecci ha sottolineato il valore dell’accordo, il primo che il Ministero stipula con un organizzatore fieristico, e ha fatto un parziale bilancio, positivo, delle attività del primo semestre 2010 delle società controllate dal Centro, Pitti Immagine ed Ente Moda Italia. Del gruppo Centro, Pecci ha soprattutto messo in evidenza la presenza in tutti gli anelli della filiera moda e l’integrazione tra le varie fiere – forse la caratteristica più significativa. Per il vice ministro Urso si tratta di un accordo “di valenza strategica, che promuove la sinergia di progetto e azione tra le istituzioni”. Urso ha poi ricordato le quattro linee di intervento che il Governo sta seguendo per difendere e valorizzare la manifattura Made in Italy – e quindi la moda italiana: l’estensione della cassa integrazione a molte piccole e medie imprese, per il mantenimento dei livelli occupazionali e per non disperdere “un insostituibile patrimonio umano di conoscenze”; la promozione dei prodotti e dei marchi italiani sui principali mercati esteri (all’interno del quale si situano i diversi Accordi di Settore, tra cui quello appena firmato con il Centro); i finanziamenti all’innovazione e alla qualità, con gli incentivi alla produzione dei campionari; e infine la battaglia sul terreno delle regole commerciali internazionali, con la recente approvazione da parte del Parlamento italiano della “legge bandiera” sull’obbligatorietà dell’etichettatura, che rappresenta il primo passo, politico e di principio, di una trattativa che adesso si sposterà sui banchi del Parlamento Europeo e sul tavolo del Consiglio degli Stati.