Economia

Milano città aperta. Alla paura. Rimedi non farmacologici contro il virus covid-19

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di Giovanni Sebastiano Cozza

Oggi terza giornata di quarantena domiciliare dei milanesi. Per capire il clima, ho deciso di farmi una passeggiata dalla zona Citylife fino a San Babila. Il traffico è ridotto, i tram viaggiano (come le metro) semideserti, c’è gente in giro (non molta).
Non ho notato preoccupazione, nè mascherine ovunque. I supermercati sono riforniti in modo adeguato.  C’è chi approfitta della città più tranquilla per fare jogging. A piazza del Duomo ho trovato solo un centinaio di persone. Ci sono in effetti meno piccioni del solito, quarantena domiciliare anche per loro?

Paradossalmente a Milano è più vivibile e rilassante in questi giorni che nella settimana precedente. Proprio in virtù di questo scenario, il pericolo di contagio è di fatto ridotto: poche persone in giro e nei mezzi pubblici rendono possibile mantenere la distanza di sicurezza consigliata.

L’assalto ad alcuni supermercati si è verificato soprattutto durante la giornata di lunedì, ma è assolutamente ingiustificato. Milano di per sé non è una zona a grande rischio e quindi non c’è assolutamente bisogno dal punto di vista razionale di andare a caccia del cibo.
Nessuno morirà di fame a causa delle restrizioni alla mobilità. Forse le persone abituate alla vita movimentata che Milano sa offrire, moriranno di noia!

 

LA PAURA

La paura dell’ignoto è la più profonda delle paure umane, come la paura del buio nei piccoli. Covid-19 è un virus sconosciuto e pertanto ci colpisce alla pancia, nelle emozioni, con la paura.
La paura è una cosa buona. Ci segnala un pericolo e ci invita ad usare un comportamento adeguato rispetto a ciò che osserviamo. Quando invece la paura diventa esagerata, cioè sovradimensionata rispetto al reale pericolo, sfocia in una ansia o peggio fobia.

 

RIMEDI

Il primo consiglio è un approccio cognitivo. Quale è la reale percentuale di rischio per te? Quali sono le contromisure che la nostre autorità anno messo in campo per fronteggiare questa minaccia rispetto agli altri paesi?

Il secondo consiglio è un approccio alla nostra parte emotiva, che è responsabile delle nostre preoccupazioni. Se non sei una persona tra quelle delle fasce a rischio, vivi la giornata tranquillamente e immagina quanto è bello vivere la città con meno persone, meno caos e più libertà (anche se con meno opzioni). È normale sentirsi stressati, confusi, spaventati o arrabbiati durante una crisi.
Parlare con persone di cui ti fidi può aiutare. Contatta i tuoi amici e familiari. Alimenta i contatti sociali con i propri cari a casa. Usa le mail e il telefono con altri familiari e amici. Limita la preoccupazione e l’agitazione riducendo il tempo che tu e la tua famiglia trascorrete guardando o ascoltando i mass media. Se hai dei figli mostragli fiducia e non paura: altrimenti apprenderanno ad aver paura.

In conclusione, alla parte medica ci pensano le autorità. Alla parte emotiva solo noi possiamo pensarci. Gestire la situazione col buon senso, con spirito civico ed atteggiamento adulto…è la chiave di volta ora.