Mercati

Milano cede il 4%. Ennesima batosta, spread ai massimi

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Milano – Le banche e le borse europee iniziano la settimana come avevano chiuso la scorsa: in preda ai selloff e a una sfilza di sospensioni al ribasso. E’ in particolare il caso di alcuni titoli finanziari in Francia e in Italia. Il pomeriggio per la Borsa di Milano e’ stato caratterizzato da sbalzi notevoli, ma sempre in territorio fortemente negativo.

Piazza Affari aveva provato a ridurre le perdite in scia al buon andamento di Wall Street. Ma con il mercato americano in peggioramento, e’ tornata a scendere sui minimi di giornata: il Ftse Mib segna -3,89% a 13.474,14 punti e l’All Share -3,62%, mentre lo spread Btp-Bund e’ salito sopra i 380 punti a un passo dal record, mentre il Cds si e’ attestato a 506 (dati Markit). Di nuovo pesanti le banche, con Unicredit a -10% e Intesa Sanpaolo congelata al ribasso con un teorico -7,92%.

Dopo l’asta con cui il Tesoro italiano ha collocato 11,5 miliardi di euro a un rendimento in rialzo di oltre l’1%, la performance dell’indice di Milano e’ stata molto debole.

L’emissione ha messo in evidenza un forte incremento dei rendimenti dei titoli italiani a un anno – al massimo dal settembre del 2008 – e a tre mesi. Sara’ sempre piu’ caro il prezzo da pagare per i contribuenti italiani.

La manovra, con tassi cosi’ alti, rischia di essere vanificata, in quanto il governo dovra’ pagare un prezzo ancora piu’ alto per riscattare il proprio debito. Le emissioni piu’ delicate riguarderanno i Btp a 5 e 10 anni, che saranno collocati nella giornata di domani.

Tra le altre piazze finanziarie del continente, Londra fa -1,4%, Francoforte -1,97%, Francia -3,66%, affossata dopo la nota di Moody’s e dopo le notizie di un’esplosione al sito nucleare di Marcoule, nel sud del paese. L’agenzia di rating si appresta a tagliare il rating di Bnp Paribas, Societé Generale e Credit Agricole: tali titoli segnano cali percentuali molto pesanti. Le vendite da panic selling non risparmiano gli altri finanziari europei.

L’osservata speciale rimane SocGen, il cui valore azionario e’ tornato ai livelli del 1992. L’istituto starebbe incontrando sempre piu’ problemi nel reperire finanziamenti sui mercati interbancari. Probabile che sia questo il motivo per cui il gruppo ha deciso di vendere asset per 4 miliardi di euro, proprio l’equivalente dell’esposizione ai Piigs.

Secondo la Commissione Europea la ripresa dell’area euro e’ “fragile” e i livelli del debito sovrano continueranno a salire anche nel 2012.

Intanto sprofondano i titoli di Stato della Grecia, mentre tornano a rafforzarsi i timori di una insolvenza sui pagamenti del paese. Parallelamente si involano i loro rendimenti, facendo segnare nuovi massimi storici al differenziale (spread) rispetto alle emissioni della Germania.

Sulla cruciale scadenza decennale lo spread tra bond greci e Bund tedeschi ormai sfiora l’astronomica cifra di 2.000 punti base, o 20%. Il tutto mentre a incrementare la paura di un default del paese sono nuovamente dichiarazioni che giungono dalla Germania.

In particolare dal ministro dell’Economia Pillip Roesler, che in una intervista a Die Welt ha apertamente ipotizzato “l’opzione” di una bancarotta “ordinata” della Grecia. Successivamente ha cercato di correggere il tiro affermando che la Germania “vuole che la Grecia resti nell’euro zona”, ma puntualizzando che secondo Berlino gli sforzi di riforma finora compiuti da Atene sull’economia hanno mancato di energia.

I bond greci decennali sono arrivati a rendere il 21,08%, a fronte del risicato 1,73% dei Bund tedeschi, che nelle fasi di tensioni sono premiati da acquisti. Livelli ancor piu’ astronomici si registrano sui bond a due anni, dato che i timori di insolvenza sono sul breve termine: secondo Bloomberg su questa scadenza i rendimenti hanno segnato un nuovo massimo storico dall’introduzione dell’euro, al 63,17%.

Sempre sul fronte della crisi del debito, il cancelliere tedesco Angela Merkel ha sottolineato che per stabilizzare l’eurozona occorre portare avanti le proposte varate nel Consiglio europeo del 21 luglio scorso.

Sul Ftse Mib si mettono in evidenza le forti flessioni di Unicredit, che e’ stata sospesa per eccesso di ribasso e poi riammessa con un -6%. Molto male anche Ubi Banca e Fondiaria; fuori dal settore bancario Mediaset, Telecom, Buzzi Unicem e Ansaldo. Intesa SanPaolo in profondo rosso, mentre Mps prova a ridurre i cali dopo essere stata sospesa al ribasso. Rappresenta l’unica eccezione del paniere principale Stm (+0,29%).

La trepidazione e l’ansia aumentano dopo le dimissioni di Juergen Stark, membro della Bce, che ha chiaramente espresso il proprio dissenso sulla decisione dell’istituto di acquistare bond italiani e spagnoli sbattendo letteralmente la porta e dimettendosi dal board dell’istituto di Francoforte.

Vittima dello spettro di un default della Grecia e di un acuirsi dell’attacco speculativo contro l’Italia è di nuovo l’euro, che e’ arrivato a perdere l’1,2% sotto $1,35. Il tasso di cambio ha poi recuperato assestandosi poco sotto la parita’ a quota $1,3635.

RAPPORTO UNICREDIT: EVENTI SOCIETARI

Bpm (EUR1,283): ha perfezionato con Fondazione CR Alessandria un accordo che consente alla banca milanese di effettuare operazioni su CR Alessandria, tra cui la fusione nella Banca di Legnano. Secondo il Sole di ieri, sarebbe allo studio la cessione dell’80% di CR Alessandria a CR Asti. Infne il CdA del 13 settembre non dovrebbe avere all’ordine del giorno l’aumento di capitale.

Eni(EUR13,36): ha ufficializzato venerdì il lancio di un bond, scadenza 2017, destinato al pubblico retail per l’importo minimo di EUR1 mld.

Fiat (EUR3,708): PwC Automotive Institute ha rivisto al ribasso le previsioni sul mercato dell’auto italiano nel 2011 a 1,75 mln di unità (-10,8% sul 2010). L’Ad Marchionne ha confermato i target di vendite di Chrysler.

(in fase di scrittura)