ROMA (WSI) – La cronaca degli ultimi giorni parla chiaro: il problema migranti deve essere risolto al più presto e richiede una risposta europea comune, altrimenti si rischia lo sfaldamento di tutta l’Unione. “La Germania vuole aiutare, ma non è solo una sfida per la Germania, ma per tutta l’Europa che deve agire unita e prendersi la sua responsabilità ”.
Queste le parole della cancelliera Angela Merkel, alla vigilia del vertice previsto questa settimana a Praga tra i ministri degli esteri dei paesi cosiddetti di “Visegrad”, ossia Ungheria, Polonia, Repubblica ceca, Slovacchia con il loro omologo UE.
Obiettivo è trovare un equilibrio per superare il loro rifiuto ad accogliere i rifugiati. Un nodo quello dei migranti reso ancora più difficile da sciogliere dopo il no dell’Ungheria ad accogliere, registrare e redistribuire 54mila richiedenti asilo. Cosa fare? Le opzioni sul tavolo sono due: creare una riserva allentando così la pressione sui paesi più colpiti oppure distribuire questi 54mila richiedenti asilo tra Grecia e Italia.
Arrivano ad un totale di 120mila i profughi in attesa di conoscere la loro destinazione e la Commissione europea è attualmente al lavoro proprio per ridefinire i criteri di ripartizione con le cifre precise per ogni paese, previo accordo con essi, senza però alcuno obbligo tanto che si parla di prontezza, disponibilità e volontarietà dei paesi ospitanti.
Intanto arrivano notizie di un possibile bonus per ogni migrante. Spiegano fonti Ue che gli ambasciatori dei 28 stanno attualmente prendendo in considerazione due alternative: per lo stato membro che si trovi in difficoltà a ricollocare i profughi, si ipotizza il pagamento di un bonus dell’importo di 6500 euro a profugo fino ad un massimo del 30% del totale della quota da ricollocare. A questa proposta però Francia e Germania sono contrarie.
Altra possibilità sul tavolo è permettere al Paese che lo chiede di far slittare i ricollocamenti di 6 mesi. Accantonata invece la proposta della Commissione europea contenuta nel pacchetto Juncker del 9 settembre scorso si infliggere la sanzione dello 0,002% del Pil per i Paesi che non ricollocano i migranti.
Intanto la Croazia ha chiuso solo per camion e i mezzi pesanti, il valico di frontiera con la Serbia, Batrovci-Bajakovo, lungo l’autostrada Belgrado-Zagabria. Nessun problema per il traffico automobilistico.
(Aca)