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MERCATI: UNA BOMBA CHE DEVE ANCORA SCOPPIARE

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(WSI) – Ex presidente della Consob, padre della legislazione antitrust, ex presidente di Telecom che ha guidato in due diverse e delicate occasioni, Guido Rossi è qui al Festival dell´economia di Trento per discutere con Federico Rampini del suo ultimo libro “Il mercato d´azzardo”. Un tema vasto, dunque. Ma anche un argomento che ha dei punti in comune con alcune delle osservazioni e delle proposte del governatore della Banca d´Italia.

Professor Rossi, secondo Mario Draghi il ciclone subprime «ha toccato le banche italiane meno che quelle di altri Paesi». Sempre per il governatore i nostri istituti «hanno retto bene in questi mesi l´urto della crisi: i loro attivi solo marginalmente toccati, i bilanci stabilmente fondati sulla raccolta dalla clientela». Lei che ne pensa?

«E´ probabile che la vicenda dei subprime sia ormai alle nostre spalle. Purtroppo, però, ci sono sul mercato altri strumenti finanziari, molto più pericolosi dei subprime. Penso ad alcuni derivati e ad alcuni “titoli atipici” che minacciano un po´ tutta la finanza mondiale. E in un mondo globalizzato come quello in cui viviamo nessuno può sentirsi al sicuro, nemmeno le banche italiane».

A quali titoli atipici si riferisce?

«C´è un articolo molto interessante scritto recentemente da Soros sulla New York Review of Books che, con mio grande stupore, nessuno ha ripreso e commentato (nota di WSI: ecco il link). Ebbene, in questo articolo Soros ci dice che ci sono in giro 45 trilioni di dollari (45 mila miliardi di dollari, vedi nota a fondo pagina), una cifra enorme pari a 5 volte i bond americani oggi in circolazione composta da Default Debt Swaps».

Ci può spiegare che cosa sono e come funzionano questi Default Debt Swaps?

«Come dice il termine in inglese si tratta di una “scommessa” sulla possibilità che le grandi aziende non siano in grado di onorare i loro debiti. E che quindi siano costrette al fallimento. Ovviamente questo mercato è totalmente deregolamentato. Non può sfuggire a nessuno il potenziale distruttivo di questa “scommessa”».

Quindi nessuno è al riparo dalla bomba ad orologeria innescata dai Default Debt Swaps, nemmeno le banche italiane, che pure, ci dice Draghi, sono più solide delle altre?

«Le banche italiane non sono più chiuse dentro gli angusti confini nazionali. E questo è certamente un bene. Tuttavia la globalizzazione finanziaria comporta dei rischi, non possiamo dimenticarcene. Chi l´avrebbe mai detto che l´Ubs, la più grande banca svizzera, sarebbe stata colpita dalla crisi dei subprime? Eppure è accaduto».

Insomma, i Default Debt Swaps sono come una lotteria perversa?

«Mi creda, sono molto peggio di una lotteria».

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(a): There are now, for example, complex forms of investment such as credit-default swaps that make it possible for investors to bet on the possibility that companies will default on repaying loans. Such bets on credit defaults now make up a $45 trillion market that is entirely unregulated. It amounts to more than five times the total of the US government bond market. The large potential risks of such investments are not being acknowledged.