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Mercati: parola d’ordine è la lateralità

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Legnano – La giornata di ieri si è caratterizzata per quanto concerne i cambi principali e gli indici azionari per una diffusa lateralità che non ha consentito la rottura di supporti e resistenze significative in grado di fornire direzionalità al mercato.

Vi sono state tuttavie delle eccezioni: tra le major ha infatti stupito il movimento della sterlina britannica, con il cable giù di oltre mezza figura e l’europouund in grado di rompere l’importante area di resistenza intorno a 0,81. A ciò si aggiungono le materie prime, con l’oro che dopo essersi infranto sulla resistenza posta a 1750 ha ripreso il suo percorso discesista sul primo supporto a 1745 e il petrolio che ha invece percorso il cammino opposto raggiungendo le resistenze di breve periodo a 92,75.

Il concetto che sta alla base di questa mancanza di “unisono” del mercato rientra perfettamente nel ragionamento che ponevamo in essere qualche giorno fa quando descrivevamo le decorrelazioni intraday piuttosto frequenti che ormai caratterizzano i prezzi e l’alta volatilità nonostante movimenti non assolutamente direzionali.

Ricordiamo come la volatilità sia la misura dello scostamento dei prezzi da un valore medio o in altre parole il grado di variazione degli stessi e va da sé che sia un parametro che può presentarsi anche a fronte di un’assenza di marcati movimenti ed essere perciò frutto del nervosismo e dell’erraticità che permettono ai prezzi di fluttuare continuamente, pur senza puntare con forza in una direzione.

Dal punto di vista macroeconomico si è presentato qualche tema, sebbene di limitata importanza: sul fronte europeo è in atto il vertice di Bruxelles il quale sta confermando quanto paventavamo ieri sul fatto che difficilmente ne sarebbe scaturito qualcosa di rilevante, quanto meno per i mercati finanziari. Lo stesso Cancelliere tedesco Angela Merkel ha pubblicamente affermato che in questo vertice non verrà presa nessuna decisione concreta né su vigilanza bancaria (su cui è scontro con il Presidente francese Hollande), né su Grecia e Spagna e rilanciato l’ipotesi di un supercommissario UE con poteri di veto sulle finanziarie nazionali, in grado cioè di approvare o no i singoli bilanci statali.

Questa ipotesi per la verità non suscita grande entusiasmo neppure in noi vista l’assoluta mancanza di coesione e di uniformità di politiche fiscali, welfare e tessuto sociale dei vari Paesi Membri, benché il principio che ne sta alla base sia nobile e dovrebbe costituire l’approdo di una “vera” Unione.

Sul fronte americano abbiamo assistito invece a chiusure negative dei listini azionari, seppur minime, legate a trimestrali deludenti di importantissime società e alle sempre più frequenti e crescenti preoccupazioni in merito all’ormai famigerato “fiscal cliff”, ovvero lo scatto aumatico a partire da Gennaio dell’aumento delle tasse e della riduzione della spesa pubblica, fenomeno che avrebbe effetti catastrofici sull’economia a stelle e strisce e che secondo alcune stime farebbe crollare il Prodotto Interno Lordo di 8 punti.

Non hanno aiutato poi, di certo, alcune notizie negative dal fronte del lavoro americano (le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono cresciute di 46.000 unità, molto peggio delle previsioni degli analisti) e indicazioni non del tutto convincenti dal versante macroeconomico (il superindice dell’economia è cresciuto in settembre più delle stime, ma di un modesto 0,6%). Da guardare con attenzione vi sono quest’oggi le release delle vendite di abitazioni USA e l’inflazione canadese (che seguiremo nel nostro appuntamento con il Trade The News alle 14.15) che potrebbero spostare qualche equilibrio di breve.

EurUsd

Il quadro tecnico che ieri poteva apparire bulllish in partenza è andato esaurendosi durante la giornata con la price action che si è appiattita sul supporto statico di 1,3085, che ora rappresenta la resistenza di brevissimo del range formatosi delimitato dall’1,3060 al ribasso. Possibile una divergenza oraria sul grafico orario che se realizzata potrebbe riportare il cambio in area 1,3120. Primo supporto degno di nota a 1,3030.

UsdJpy

Ancora presente il break rialzista del cambio che laddove ieri si era portato perfettamente sulla resistenza a 79,15, ha continuato a macinare pips al rialzo arrivando fino a 79,45 in quello che sembra un cammino deciso verso la significativa resistenza statica 79,66. Molto efficace la media a 21 periodi sul grafico orario per i ritracciamenti, ma grande attenzione va posta alla potenziale divergenza ribassista sul grafico a 4 ore, che potrebbe manifestarsi alla rottura del supporto di 79,20 dino a un primo target a 78,80.

EurJpy

Mancato il raggiungimento della trendline ribassista di lungo corso passante per 104,60, sembra ora sussistere qualche segnale di inversione che potrebbe essere avvalorata dalla violazione del primo supporto statico passante per 103,55 e fondata su una potenziale divergenza ribassista sul grafico a 4 ore. Oltre a quella sopra descritta vale la pena sottolineare la prima resistenza posta a a livello di 104,15.

GbpUsd

Tra i più interessanti, come abbiamo scritto nella prima parte del nostro Morning Adviser, vi sono stati i movimenti che hanno interessato la sterlina britannica. Sul cable abbiamo infatti assistito ad una bella rottura al ribasso dei livelli di supporto che evidenziavamo ieri a 1,6110 e 1,6075. I primi ritracciamenti, seguendo la logica di Fibonacci e prendendo a riferimento il ribasso dai massimi relativi a 1,6180, li troviamo precisamente a 1,61 e 1,6115. Il supporto fondamentale è invece situato a 1,6020.

AudUsd

Dopo il bel movimento rialzista sull’aussie giustificato dalla divergenza rialzista sul grafico giornaliero, ancora in atto, e soprattutto dal superamento dalla fascia di resistenza rappresentato dapprima dalle medie a 21 e a 100 periodi e poi da quella a 200 sul medesimo timeframe, con contestuale break del livello statico a 1,0330, più importante del previsto sembra essere la fase correttiva che sta consolidandosi attorno all’1,0365. Un’eventuale ripresa del movimento ci riporterebbe sopra l’1,0415 laddove rompesse al rialzo il cuneo formatosi e ben visibile su time frame a 4 ore e a 1 ora.

XauUsd

Molto tecnica la price action del metallo giallo. Ieri abbiamo assistito infatti ad un preciso ritracciamento del prezzo sul punto di rottura della precedente fase congestiva a 1752 che ha poi fatto riprendere le quotazioni al ribasso verso il primo supporto a 1735. Cruciale il raggiungimento di 1725 per ulteriori rotture al ribasso verso il 1715 e il 1700.

USOil

Quasi inversa rispetto al gold è stata la dinamica di prezzo del petrolio che dopo aver testato con forza il supporto statico a 91 si è riportata vicino alla resistenza a 92,75. Tutto tuttavia rientra nella piena definizione di fase congestiva su cui attendersi potenziali breakout sulla violazione decisa dei due livelli suddetti.

Ger30

Il 7450 che ieri evidenziavamo come punto di approdo è stato il massimo raggiunto che ha fatto poi arretrare il prezzo fino all’ottima media mobile a 21 periodi sul grafico orario passante per 7410. Questi due restano ancora i benchmark di riferimento.

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