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Mercati di frontiera al galoppo, passo più lungo della gamba?

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NEW YORK (WSI) – I mercati di frontiera corrono ed estendono la performance stellare dello scorso anno, mettendo a segno performance che rendono quasi ridicole le percentuali di crescita dei mercati emergenti. Eppure la loro performance ha sollevato dubbi: può durare questo rally o ha già fatto il passo più lungo della gamba?

L’indice MSCI Frontier da inizio 2014 è in rialzo del 20%, dopo il rally del 22% dello scorso anno. I suoi guadagni fanno scomparire i rialzi del MSCI Emerging Markets Index, che segna un “timido” progresso del 6%.

Secondo Nick Smithie, chief investment strategist di Emerging Global Advisors, fondo con focus sui mercati emergenti, ritiene tuttavia che ci sia ancora spazio per ulteriori guadagni, notando che l’indice è ancora del 35% sotto i massimi del 2008.

“Dietro ai BRIC (Brazil, Russia, China India), i paesi stanno diventando una forza più importante nell’economia globale, con una crescente fetta della capitalizzaizone del mercato mondiale e un tasso di crescita maggiore della forza lavoro rispetto a quella dei Bric e dei paesi in via di sviluppo”.

Sebbene la correlazione tra i mercati dei paesi sviluppati e quelli dei paesi emergenti sia aumentata negli ultimi anni, i mercati di frontiera sono meno legati alla performance dei mercati dei paesi sviluppati. Questo fornisce loro un forte potenziale di diversificazione all’interno di un portafoglio più grande.

Secondo John Loma, capo ‘global emerging market equity strategy’ per HSBC afferma che “le valutazioni su breve termine non sono così attraenti come erano prima, ma questo potrebbe non essere uno scoglio, vista la forte crescita”.

Circa il 50% dell’indice, stando HSBC, è formato dai due maggiori mercati: Kuwait e Nigeria.