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La diversificazione è la cura contro tutti i mali. Potrebbe riassumersi così il pensiero di Carlo Benetti, Market Specialist di GAM, rivolto agli investitori che sono “cercatori di diversità” nella composizione dei loro portafogli. “Ora che le cose si stanno complicando (…) gli investitori riconoscono i vantaggi della diversificazione, sanno che è il solo rimedio all’incertezza radicale, il criterio più efficiente per avere portafogli di investimento performanti nel lungo termine” sostiene l’esperto.
Ma quali sono i fattori diversi da inserire nel proprio portafoglio? La premessa sullo scenario attuale è d’obbligo.
L’inflazione non smette di preoccupare, la guerra dei dazi alimenta i dubbi sulle prospettive dei prezzi nel lungo termine, i rendimenti obbligazionari restano alti, sostiene l’esperto. “Altrettanta incertezza, se non maggiore, circonfonde il mercato azionario che negli Stati Uniti è vulnerabile alla concentrazione nelle mega-cap tecnologiche e alle valutazioni tirate”.
Materie prime e finanza: un legame antico
In questo scenario difficile, tra le asset class su cui puntare ci sono sicuramente le materie prime. Non solo oro e argento, ma tutte le materie prime sono oggetti di produzione e, nello stesso tempo, soggette alla speculazione, agli investimenti, alle strategie di copertura del rischio.
Il legame tra finanza e materie prime è antico, ma negli ultimi decenni si è intensificato, i mercati delle commodities sono sempre più influenzati dalle dinamiche finanziarie globali. Il mercato delle materie prime è dominato dalle aziende che producono o consumano direttamente le materie prime e dagli investitori, fondi comuni di investimento, banche, trader che negoziano i contratti ma non hanno intenzione di entrare in possesso del bene fisico.
L’influenza della finanza sulle materie prime non è però senza conseguenze sostiene Benetti.
Le commodities sono diventate luogo di forti speculazioni, e quando i prezzi sono del tutto sganciati dai fondamentali dell’offerta e della domanda cresce la volatilità e il mercato si fa ancor più imprevedibile
GAM: ecco l’asset class su cui puntare
Secondo Benetti, gli eventi politici ed economici di cui siamo testimoni stanno sconvolgendo il mercato globale delle materie prime.
In primis l’oro. L’incertezza radicale e gli acquisti delle banche centrali – dice l’esperto di GAM – hanno portato sugli scudi il metallo giallo, si parla anche della possibile revisione contabile che il Tesoro americano potrebbe applicare alle proprie riserve auree. L’attuale valore contabile di 42 dollari potrebbe essere aggiornato ai valori di mercato spingendo i prezzi ancora più in alto (a meno che il Tesoro non decida di venderne una parte).
Dagli anni Duemila le materie prime hanno cominciato ad essere una asset class attraente anche per gli investitori non professionali. Il motivo è da ricercarsi in tre possibili vantaggi della diversificazione anche in materie prime che sono i rendimenti positivi nel lungo termine, le basse correlazioni con le azioni e le obbligazioni, il riparo dell’inflazione.
Le altre asset class che diversificano il portafoglio
Ma non solo le materie prime. Tra le classi di attivo con le quali ampliare con efficacia la diversificazione dei portafogli, conclude Benetti, ci sono naturalmente le obbligazioni governative americane a breve termine che offrono un rendimento annualizzato sopra il 4% senza rischio (perlomeno, con il rischio della fiducia nel governo americano).
Infine, altrettanto disponibili sono le obbligazioni societarie investment grade che presentano rendimenti attorno al 4,5%.