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Mario Monti: presidente del consiglio (2011 – 2012)

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Roma (WSI) – Dopo essersi laureato all’Università Bocconi di Milano, nel 1966 Mario Monti si trasferisce per un anno a Yale grazie ad una borsa di studio e – di ritorno dagli Stati Uniti – nel 1969 viene già nominato Professore ordinario presso l’Università di Trento. Da lì, l’anno seguente passa all’Università di Torino, dove resta fino al 1985, prima di ritornare alla Bocconi e diventare dapprima docente di economia politica e in seguito Direttore dell’Istituto di Economia Politica.

Nel corso degli anni ’80, Monti assume diverse cariche in istituzioni pubbliche e imprese private: nel 1981 fa parte della Commissione sulla Difesa del Risparmio Finanziario dall’Inflazione; nel biennio 1981-82, diventa Presidente della Commissione sul Sistema Creditizio e Finanziario e, poco dopo, membro della Commissione Sarcinelli (1986-87), fortemente criticata dal vicedirettore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, per il progetto di banca universale sul modello tedesco. Nel 1988, inoltre, viene nominato membro del Comitato Spaventa sul Debito da Giulian Amato, Ministro del Tesoro del Governo De Mita.
Contemporaneamente, assume ruoli dirigenziali in Fiat e nel Consiglio della Banca Commerciale Italiana, assumendo anche la vicepresidenza della Banca Comit.

Nel 1994 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi indica nella figura di Monti il candidato italiano per la nomina a Commissario Europeo. Al “bocconiano” vengono assegnate le deleghe al “Mercato Interno”; ai “Servizi Finanziari e all’Integrazione Finanziaria”; alla “Fiscalità ed Unione Doganale”. Viene confermato Commissario Europeo anche dal primo Governo D’Alema come secondo rappresentante, dopo Romano Prodi, per la Commissione UE.Monti si occupa principalmente di controllare la concorrenza: è celebre il procedimento avviato dalla Commissione Europea sotto la sua guida contro la Microsoft e il blocco nel 2001 alla proposta di fusione tra General Electric e Honeywell in quanto contrario alle norme antitrust.

Nel 2010 diviene Presidente Europeo della Commissione Trilaterale, il gruppo di interesse neoliberista fondato nel 1973, e membro del Comitato direttivo di Bilderberg. È noto, inoltre, come Mario Monti sia stato, tra il 2005 e il 2011, internal advisor per Goldman Sachs; primo presidente del think tank Bruegel; advisor della Coca Cola Company; collaboratore di Moody’s e presidente del Business and Economics Advisors Group dell’Atlatic Council..

Dunque non è certo uno sprovveduto alle prime armi quando il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano gli affida l’incarico di formare un nuovo governo dopo le dimissioni di Berlusconi nel 2011 e, anzi, frequenta da lungo tempo i salotti buoni (e ambigui) della grande finanza intrnazionale.
Ottiene la fiducia in Parlamento con una maggioranza larghissima e comincia la sua azione di governo: all’inizio i media nazionali e stranieri sembrano apprezzare il suo rigore e il modo di presentarsi in pubblico antitetico a quello del predecessore Berlusconi.
“Sobrietà” diventa la parola del momento: compare nei titoli dei giornali ed è sulla bocca di tutti. Il suo consenso nei sondaggi di opinione cresce rapidamente.

Ma dopo poco tempo, qualcosa si spezza e la luna di miele con gli italiani termina rapidamente: alcuni giornali attaccano – a ragione – l’esecutivo guidato Monti di essere un governo non eletto e, pertanto, non pienamente legittimato democraticamente. Sui blog e sui social network si parla con insistenza di “governo di banchieri” e vecchi tecnocrati.

Si passa dalle lacrime del Ministro Enza Fornero a quelle di migliaia (ma quanti esattamente?) di esodati; quei i lavoratori sopra i 50 espulsi dal mercato dal lavoro e non ancora ammessi in pensione, vittime di una pasticciata riforma del lavoro e delle pensioni. Alcuni di questi, purtroppo, arriveranno al suicidio.

Mario Monti viene chiamato per ridurre il debito pubblico e lo spread: il primo durante il suo mandato aumenta, mentre l’andamento del secondo è fortemente instabile e pare completamente svincolato dalle misure adottate dal suo governo.
Il Governo Monti reintroduce l’IMU, l’imposta sugli immobili: nelle casse dello Stato entrano 4 miliardi di euro che Monti pensa bene di utilizzare per risanare i conti di Monte dei Paschi di Siena anziché redistribuire a favore delle fasce di reddito più basse.

Il Professor Monti è costretto a dimettersi dalla carica di Presidente del Consiglio quando, il 21 dicembre 2012, il Popolo della Libertà ritira il suo appoggio, ma resta in carica anche dopo le elezioni tenutesi a febbraio 2013 a causa degli incerti risultati elettorali che non consentono al Presidente incaricato Pierluigi Bersani di formare un nuovo esecutivo.

Lalista Scelta Civica. Con Monti per l’Italia secondo gli analisti sarebbe dovuto essere l’ago della bilancia delle ultime elezioni, in quanto ottimamente accreditata nei sondaggi. Viene punita, al contrario, dagli elettori con un risultato modesto sulla base delle aspettative: 8,3% alla Camera e 9,13% al Senato.

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