Economia

Mario Draghi e Alitalia: scenari e ipotesi al vaglio del nuovo Governo

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Tra i vari dossier sul tavolo del neo Presidente del Consiglio Mario Draghi troviamo quello scottante su Alitalia resa ancora più difficile dalla pandemia che ha ridotto notevolmente il traffico aereo. Scottante per l’impatto occupazionale e le ricadute logistiche nel Paese, ma anche per le conseguenze nei rapporti con la Commissione europea.

Recentemente difatti l’Antitrust UE ha aperto ben due fascicoli d’indagine su presunti aiuti di Stato per 1,3 miliardi di euro. E per Alitalia è arrivata un’altra doccia fredda da Bruxelles: il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis ha detto che, quanto gli aiuti Covid, si dovrà tener conto se un’impresa era sana oppure no al momento dello scoppio della pandemia.

A tutto ciò si aggiunge il fatto che soldi in cassa non ce ne sono più. Il commissario Giuseppe Leogrande chiede almeno 150 milioni di euro visto che non c’è garanzia di poter pagare gli stipendi di questo mese se non arrivano almeno 20 milioni di euro di indennizzi anti-Covid ma serve l’ok dell’Europa.

Mario Draghi: il destino di Alitalia

Un quadro desolante per Alitalia. Cosa fare quindi della compagnia di bandiera tricolore? Come scrive il Corriere della Sera, in queste ore, tanti chiedono la chiusura della compagnia aerea, considerando che tante sono le low cost straniere capaci di rimpiazzare sulle rotte l’assenza di Alitalia, da Ryanair, easyJet, a Wizz Air. Ma i tecnici dello Sviluppo economico, dell’Economia e del Lavoro non sono favorevoli perché, conti alla mano, costa di più chiudere  Alitalia (intese le due società, l’amministrazione straordinaria e la newco) che tenerla aperta.

In ogni caso, qualsiasi soluzione dovrà passare da  Bruxelles. Per questo il CorSera ventila questa ipotesi:

Il governo italiano potrebbe incorporare gli asset di Alitalia — che in ogni caso non avrebbe i soldi per restituire 1,3 miliardi di euro — e decidere di cederli alla newco senza più un bando di vendita come chiede l’Europa dal momento che all’orizzonte non si profila nessun altro interlocutore attendibile.