(Teleborsa) – L’anteprima del rapporto semestrale sulle retribuzioni del pubblico impiego dell’Aran (Agenzia per la rappresentanza negoziale dlle pubbliche amministrazioni) evidenzia le dinamiche retributive del pubblico impiego degli ultimi dieci anni e le confronta con quelle del settore privato. Dall’esame dei dati risulta che le amministrazioni pubbliche hanno avuto una crescita delle retribuzioni pari a 39,7% mentre quelle del settore privato del 25,7%. Il rapporto inoltre dimostra come negli ultimi due anni i contratti di lavoro nel pubblico impiego si siano chiusi in linea con il tasso di inflazione programmata 3,2% nel biennio. Infine il rapporto opera alcune stime degli effetti della manovra finanziaria sulle retribuzioni del settore pubblico. La relazione mostra che già nel primo anno della manovra, per il blocco dei contratti, si realizzeranno minori spese per 5,7 miliardi di euro (occorre sommare i risultati del 2010 a quelli del 2011) fino a giungere nel 2012 ad una minore spesa di poco superiore a 6,5 miliardi. Non può essere trascurato, inoltre, che l’attuale formulazione della manovra non sembra limitare gli effetti del risparmio alla mera sterilizzazione delle negoziazioni e dei sistemi di adeguamento retributivo per il personale non contrattualizzato fino all’anno 2012, poiché nel 2013 scatterebbe l’ulteriore vincolo alla crescita delle retribuzioni individuali, che non potranno superare quanto percepito nell’anno 2010. Si tratterebbe in tal caso di un effetto a regime pari a 7 mld di euro. Il commissario dell’ARAN, Antonio Naddeo, dichiara : “Il rapporto dimostra che negli ultimi dieci anni la dinamica retributiva del pubblico impiego è cresciuta più del settore privato, ma negli ultimi anni soprattutto l’ultimo biennio contrattuale, è stata pari ai tassi di inflazione. Il blocco dei contratti comporterà minori spese per 6,5 miliardi di euro a regime realizzerà, insieme alle altre misure, una sostanziale parità delle curve di crescita retributiva tra pubblico e privato nel 2013”.
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