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L’inflazione preoccupa 9 investitori istituzionali su 10. Ecco come stanno investendo

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Oltre il 90% degli investitori istituzionali europei è preoccupato dall’inflazione. Lo rivela una nuova indagine del provider europeo di ETF Tabula Investment Management Limited (Tabula), che ha raccolto le opinioni di investitori che gestiscono collettivamente oltre 300 miliardi di dollari di patrimonio.

Da quanto emerge, l’88% degli investitori professionali ha aumentato, negli ultimi sei mesi, la propria allocazione in attività e prodotti d’investimento che mirano a fornire una copertura contro l’inflazione. Quasi l’85% degli intervistati ha dichiarato di aspettarsi che i fondi da loro gestiti aumentino l’allocazione in asset class e fondi che contribuiscano a combatterla e il 20% ha affermato che questa allocazione crescerà drasticamente in futuro. Per quanto riguarda le classi di attivi verso i quali essi si attendono di aumentare l’allocazione, il 71% ha indicato gli ETP a reddito fisso legati all’inflazione. Spazio anche all’oro, alle materie prime e alle obbligazioni a reddito fisso legate all’inflazione.

“L’inflazione è una delle maggiori minacce per gli investitori. Non sorprende che molti investitori professionali stiano adottando misure per affrontare questa sfida. Il problema è che, sebbene quella attuale sia elevata, le aspettative a lungo termine sono ancora limitate. Se gli investitori dovessero concludere che l’inflazione è destinata a permanere, il panorama potrebbe cambiare radicalmente”, ha dichiarato Michael John Lytle, CEO di Tabula Investment Management.

“C’è una forte preoccupazione per il fatto che stiamo entrando in una nuova era di inflazione persistentemente più alta”, ha aggiunto Jason Smith, cio di Tabula. “Il libero scambio è in declino, mentre la greenflation e il conflitto in Ucraina stanno facendo aumentare i prezzi dell’energia ed i costi degli input alimentari. Le banche centrali stanno raccogliendo la sfida, ma la domanda è se la politica monetaria possa o meno domare l’inflazione causata da forti squilibri tra domanda e offerta“.