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Riforma fallimento, ecco le novità della legge Orlando

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Con il voto del Senato passa in via definitiva la nuova legge che delega al governo il mandato di riformare il diritto fallimentare, un’operazione che, secondo il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, ha “portata epocale”. I primi decreti legislativi in merito alla ‘riforma fallimento’ dovrebbero arrivare entro l’anno.

Nella legge delega cambiano innanzitutto i termini: non più fallimento (e imprenditore “fallito”), bensì liquidazione giudiziale. Ecco le principali novità della riforma del fallimento, le cui origini risalgono ancora a un regio decreto del 16 marzo 1942.

Riforma fallimento, arriva l’allerta pre-crisi

Secondo le linee guida dettate dal parlamento, la riforma fallimento comprenderà la possibilità, da parte del debitore, di attivare una fase di allerta nella quale potrà ricevere l’assistenza di un organismo delle Camere di commercio per concordare in 6 mesi una soluzione con i creditori.

Il meccanismo può essere attivato anche dai creditori presso il tribunale su segnalazione: in tal caso il debitore verrà convocato in forma confidenziale dal giudice il quale affiancherà un esperto in grado di aiutare l’imprenditore a raggiungere un accordo con i creditori, sempre in 6 mesi. La procedura non è applicabile alle società quotate e alle grandi imprese. Lo scopo qui è evitare, laddove possibile intervenendo in anticipo, l’arrivo alle procedure concorsuali.

Più poteri al curatore fallimentare

Il curatore avrà poteri rafforzati è sarà il dominus della liquidazione giudiziale: potrà promuovere le azioni giudiziali spettanti ai soci, avrà un accesso più facile alle banche dati della Pubblica amministrazione, e, contrariamente a quanto è oggi determinato dal giudice delegato, decide il riparto dell’attivo tra i creditori. Le misure per l’incompatibilità di questo ruolo chiave verranno rese più stringenti.

A fianco del concordato preventivo si aggiungerà un concordato finalizzato alla liquidazione dell’azienda, nei casi in cui operare in tal senso possa garantire il pagamento del 20% dei crediti chirografari (cioé privi di garanzie reali o personali).

L’ordine dei commercialisti, attraverso il presidente Massimo Miani, ha accolto con favore le novità introdotte dalla delega, definendo la riforma fallimento “estremamente apprezzabile”.