Economia

LEFT WING: INTERDIRE I REDUCI DEL SOVVERSIVISMO

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

(9Colonne) – Roma, 19 feb – Arriva da Left Wing – il “pensatoio” della sinistra riformista spesso accostato al nome di Massimo D’Alema – un durissimo attacco al “sovversivismo” ma soprattutto all’atteggiamento della stampa italiana a proposito degli arresti dei brigatisti e della manifestazione di Vicenza. Il sito del magazine digitale prende di mira “una generazione di sovversivi figli di papà, per lo più assai ben connessa e integrata, passata agevolmente dalla lotta pseudo-rivoluzionaria alla milizia nei giornali della Confindustria. I piccoli sovversivi degli anni Settanta – prosegue Left Wing – hanno potuto continuare così la loro campagna cambiando semplicemente il berretto e le insegne, essendo le stesse persone gli aggressori e gli aggrediti, aggiornando semplicemente gli strumenti e la musica. Paginate intere a gonfiare fino all’inverosimile tutti i Casarini e i Cremaschi di oggi (ma anche i Cofferati e persino i Pancho Pardi di ieri), per poi fare la morale ai dirigenti della sinistra riformista incapaci di rompere con simili compagni di strada. Un gioco che va avanti da decenni, al servizio di quelle grandi famiglie del capitalismo italiano che possiedono i giornali su cui celebrano continuamente i propri nobili natali e le proprie virtù dinastiche”. “La debolezza delle difese e la generale irresponsabilità messe in luce dal dibattito pubblico di questi giorni – conclude l’editoriale di Left Wing – sono il conto che ancora dobbiamo pagare all’acquiescenza con cui negli ultimi trent’anni si è lasciata degenerare una simile situazione. I reduci degli anni Settanta, con i loro libri, i loro giornali e le loro trasmissioni televisive, con le loro campagne autoassolutorie sulla presunta guerra civile di cui sarebbero stati insieme vittime e protagonisti, con il loro sovversivismo raffinato che tanto ha contribuito all’abbassamento delle difese immunitarie, all’indebolimento degli anticorpi necessari a fronteggiare l’arrivo dei loro ultimi epigoni, questa generazione andrebbe interdetta per intero da ogni ruolo pubblico”.