Economia

Lavoro e pensioni, come cambiano con il Governo Meloni

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Il Senato ha approvato con 96 sì, 55 no e 10 astenuti il Decreto Legge lavoro che, in data simbolica, era già stato siglato lo scorso 1° maggio dal Consiglio dei ministri. Si passa ora all’esame della Camera che, entro il 3 luglio, potrà convertire il provvedimento in legge. A favore i gruppi di maggioranza. Contrari Alleanza Verdi e Sinistra, Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Astenuti: Azione – Italia Viva e Autonomie.

Lavoro, dal taglio del cuneo fiscale all’assegno di inclusione

Varie le misure contenuto nel dl Lavoro. Interessante, l’ulteriore taglio del cuneo fiscale che verrà applicato direttamente sulla busta paga dei lavoratori. Non solo. È previsto anche l’innalzamento del tetto di esenzione dei fringe benefit e il definitivo superamento del reddito di cittadinanza, che verrà sostituito dall’assegno di inclusione.

Tra le novità che arriveranno nel corso dei prossimi mesi c’è il rifinanziamento del fondo per la riduzione della pressione fiscale, l’innalzamento delle prestazioni di lavoro occasionale e meno vincoli per i contratti a termine. Ma andiamo ad analizzare quali sono le principali novità del Decreto Lavoro varato dal Governo Meloni.

Taglio del cuneo fiscale

Sicuramente una delle novità più importanti del Dl Lavoro è il taglio del cuneo fiscale. La misura sarà in vigore per i prossimi cinque mesi: è operativo, quindi, nel periodo compreso tra luglio e novembre. La novità coinvolge i lavoratori con delle retribuzioni lorde fino a 35.000 euro.

Questo beneficio si va ad aggiungere alla soglia attuale, che prevede un taglio di 3 punti del cuneo fiscale per le retribuzioni fino a 25.000 euro. In totale lo sconto arriverà fino a 7 punti. La fascia delle retribuzioni compresa tra i 25.000 ed i 35.000 hanno già beneficiato di uno sconto di due punti: in questo caso la sforbiciata sale, complessivamente parlando, a 6 punti.

Fringe benefit per lavoratori dipendenti

Continua a rimanere a 3.000 euro la soglia dei fringe benefit esentasse per i lavoratori dipendenti con figli a carico. Rientrano in questa agevolazione anche le somme che vengono erogate o rimborsate per il pagamento delle utenze domestiche di acqua, luce e gas. Il tetto per chi non ha figli a carico è di 258,23 euro, perché la Legge di Bilancio non ha confermato le precedenti.

Detassazione lavoro festivo e notturno

Arriva inoltre la detassazione per il lavoro festivo e per quello notturno, che verrà applicato ai dipendenti del settore turistico, ricettivo e termale. Questa misura viene applicata per il periodo compreso tra il 1° giugno ed il 21 settembre 2023.

Rinnovo contratti a termine

Entro i primi dodici mesi i contratti a termine potranno essere non solo prorogati ma anche rinnovati liberamente, senza le previste causali; successivamente solo con le causali.

Proroga dello smart working

Lo smart working, che termina il 30 giugno sia per il privato che per il pubblico, è stato prorogato nel privato fino al 31 dicembre 2023 sia per i lavoratori fragili e genitori con under14, mentre nella Pa fino al 30 settembre solo per i fragili.

Assegno di inclusione

Tra le altre iniziative importanti ricordiamo l’assegno di inclusione.

Il beneficiario di questa misura, con figli under 14, è tenuto ad accettare un’offerta a tempo indeterminato solo se entro gli ottanta chilometri o raggiungibile in due ore con i mezzi.

Nel caso in cui l’offerta di lavoro a tempo determinato o in somministrazione è stato previsto che oltre alla distanza degli ottanta chilometri, questa sia raggiungibile entro due ore con i mezzi.

Pensioni, prorogato il contratto di espansione

È stato prorogato fino al 31 dicembre 2023 la possibilità di andare in pensione attraverso il contratto di espansione, che permette di maturare i requisiti pensionistici cinque anni prima del previsto, nel caso in cui l’azienda stia attraversando un processo di reindustrializzazione e riorganizzazione.

Il provvedimento coinvolge le imprese con più di mille dipendenti, per i contratti di espansione stipulati entro il 31 dicembre 2022 e che non sono ancora stati conclusi.

In questi casi è possibile, con accordo integrativo in sede ministeriale, rimodulare le cessazioni dei rapporti di lavoro con accesso allo scivolo pensionistico entro un arco temporale di dodici mesi successivi al termine originario del contratto di espansione.