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Lavoro e globalizzazione: Daimler, “un manager su due parlerà straniero”

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Roma (WSI) – Parte da Berlino l’esempio di fare affari in maniera più democratica possibile. Avrà l’emblema della casa automobilistica Daimler la nuova avventura dell’internazionalizzazione dei tempi moderni. Il gruppo ha intenzione di affidare agli stranieri una posizione su due da top manager.

Lo ha spiegato al quotidiano tedesco Welt il responsabile del personale, Wilfried Porth, secondo il quale dopo la seconda fase di modernizzazione, che ha portato ai vertici dell’azienda manager tedeschi con esperienza internazionale, adesso si sta per compiere un altro, decisivo, passo in avanti.

“Stiamo per passare alla terza fase”, dice Porth, “con l’obiettivo di portare nelle posizioni di comando anche in Germania collaboratori provenienti da America, Cina, India e da altri Paesi. Al termine di questa evoluzione avremo anche un Cda internazionalizzato”. Porth sottolinea che “finora nel gruppo c’è una predominanza tedesca a livello del management, ma Daimler è un’azienda globale con forte crescita negli Usa, in Cina o in altri Paesi asiatici. Per questo abbiamo bisogno di personale dirigente proveniente da queste regioni”.

Il responsabile del personale del colosso di Stoccarda precisa che attualmente è in corso un programma di reclutamento di giovani manager destinati ad occupare posizioni di comando. “Un numero compreso tra 300 e 500 di questi nuovi assunti viene preparato alla carriera da top manager“, rivela Porth, “ma vogliamo reclutare anche il 35% di donne ed abbiamo come obiettivo il raggiungimento del 50% di stranieri a livello del management. In questo settore l’azienda deve diventare internazionale. Da questo punto di vista in passato non abbiamo operato in maniera ottimale”.

Al momento tutti gli otto componenti del consiglio di amministrazione della Daimler sono tedeschi, con quattro di loro originari della Baviera e del Baden-Wuerttemberg, il land dove è nata l’azienda.