Economia

La vera tragedia greca potrebbe scoppiare ora

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Roma – La Grecia torna a spaventare e in realtà non ha mai spesso di farlo. Stavolta esiste però il rischio concreto che il piano di ristrutturazione del debito, il maggiore mai approntato nella sua storia, finisca con il tradursi in un vero e proprio flop. Gli investitori stranieri che detengono bond soggetti alla legislazione internazionale hanno infatti rifiutato la strategia greca. volta a sanare in qualche modo il proprio debito.

Il no è arrivato, stando a quanto riporta Blooomberg, in 20 dei 36 meeting che hanno avuto per oggetto la discussione sulle proposte del governo greco.
Alle riunioni hanno partecipato i detentori di 26,8 miliardi di dollari circa di bond denominati in dollari, euro, franchi svizzeri e yen. Gli investitori che possiedono titoli di stato per 15,3 miliardi di dollari hanno detto sì alla ristrutturazione del debito, ma la Grecia deve ancora siglare a un accordo con altri, che hanno in portafoglio bond per 11,5 miliardi di dollari.

“Il fattore chiave con i bond internazionali è che gli obbligazionisti devono votare titolo per titolo, e non per aggregati – ha commentato a Bloomberg Thomas Costerg, economista per l’Europa presso Standard Chartered Bank – Ciò rende più facile per gli investitori bloccare la ristrutturazione e solleva dubbi su cosa la Grecia può fare ora” per risolvere la situazione.

D’altronde, il vero nodo da sciogliere per salvare la Grecia è stato sempre rappresentato dai bond soggetti alle leggi internazionali. Atene, dopo aver di fatto costretto gli investitori che detenevano bond greci (regolamentati dalle leggi greche) per 197 miliardi di euro (263 miliardi di dollari) ad accettare perdite di circa il 70%, insiste che non ci sono soldi per rimborsare completamente i detentori di obbligazioni emesse secondo la legge internazionale.

In tutto questo, si avvicina pericolosamente la data del 15 maggio, giorno in cui i detentori di bond greci a tasso variabile espressi in euro, per un valore di 450 milioni di euro, busseranno alla porta di Atene per presentare il conto.

E, quanto è peggio è che, stando allo stesso comunicato stampa emesso da Atene, tra gli obbligazionisti che non hanno accettato i termini del governo, ci sono proprio i detentori di tali bond.

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