Nessun panico. Almeno nel breve termine. La Brexit e la guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti non trascineranno l’economia mondiale nell’abisso. Per la prossima grande crisi finanziaria, bisognerà attendere almeno fino al 2027.
Ne è convinto Simon Ward, economic adviser di Janus Henderson, che fonda le sue previsioni su tre grandi cicli dell’economia: quello delle scorte industriali, quello degli investimenti delle imprese e quello del settore immobiliare.
Nell’analisi ripresa dal Sole 24 Ore si legge:
“La durata di queste fasi economiche è infatti differente: relativamente più breve quella delle scorte (ciclo di Kitchin, 3-5 anni), di media durata quella degli investimenti (ciclo di Juglar, 7-11 anni) e decisamente lunga quello immobiliare (ciclo di Kuznets, 15-25 anni). Ed è soltanto quando il rallentamento è sincronizzato che si verificano le crisi finanziarie più profonde: così è avvenuto per esempio nel 1990-91 e ovviamente nel 2008-2009, quando le conseguenze sono state in effetti piuttosto disastrose. La prossima coincidenza si potrebbe appunto verificare nel 2027 e nel frattempo, secondo Ward, potremo assistere “soltanto” a rallentamenti dei cicli delle scorte e degli investimenti , magari anche recessioni localizzate, ma certo niente di paragonabile agli sconvolgimenti post-Lehman”.
Nessun allarmismo, dunque. Anche se Ward riconosce che una “frenata di questo tipo è in effetti già in atto, visto che nel 2019 si chiudono appunto simultaneamente i cicli di scorte e investimenti, ma non è detto che questa dinamica sia destinata per forza a sfociare in una recessione, anche in Europa”.
“I dati in nostro possesso fino a questo momento non sono così negativi da rendere questo lo scenario centrale: sarà probabilmente necessario un ulteriore shock esterno, come per esempio una escalation della guerra commerciale fra Usa e Cina o una Brexit senza accordo, per renderla inevitabile”.