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La finanza del futuro passa per la Blockchain

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di Sandra Riccio

Dai pagamenti, alla compravendita di azioni in Borsa, fino alle assicurazioni. La nuova tecnologia taglierà moltissimi processi e intermediari. E farà crollare i costi finali

La Blockchain è una tecnologia che è ancora ai suoi primi passi ma che promette già di cambiare il nostro mondo. Per gli esperti significherà l’inizio di una nuova era. A guardare a questa innovazione, che sta via via guadagnando sempre più spazio, sono tutti i settori di attività. Nei prossimi anni è atteso un vero e proprio boom nella crescita di questa applicazione. Secondo le stime, il mercato globale delle tecnologie legate alla Blockchain crescerà a un ritmo annuo del 62,1% tra il 2015 e il 2025, per raggiungere un volume complessivo di 16,3 miliardi di dollari.

Anche il mondo della finanza si sta confrontando con questa dirompente novità

Tanti sono i campi in cui la Blockchain, che non è altro un enorme data base “diffuso” che accoglie e soprattutto certifica e rende immutabili nel tempo le informazioni da scambiare, è già stata applicata e dove sta già mostrando i propri effetti. Di recente Deloitte, insieme al World Economic Forum, ha provato a disegnare il futuro delle infrastrutture finanziarie con l’avvento dei contratti intelligenti.

“Questa innovazione potrebbe trasformare l’infrastruttura stessa dei servizi finanziari – racconta Paolo Gianturco, senior partner di Deloitte – responsabile FinTech -. Il tutto attraverso una riforma dei processi finanziari che diventeranno più semplice, più efficienti o del tutto nuovi”.

Guardando al futuro, Deloitte ha provato a immaginare come la Blockchain cambierà i tanti comparti del mondo della finanza, per esempio quello dei pagamenti, così come quello delle assicurazioni oppure l’area dei conti correnti e dei depositi ma anche i prestiti e la gestione degli investimenti. Molte di queste strade sono ancora sulla carta ma iniziano già a germogliare i primi segni delle trasformazioni in arrivo. Per fare un esempio, nei pagamenti e in particolare in quelli transfrontalieri (le così dette rimesse), la novità della Blockchain potrebbe portare a una radicale semplificazione di tutta l’architettura di verifica, convalida e autenticazione dei diversi passaggi nei transfer. In pratica vuol dire regolamentazioni in tempo reale e nuovi modelli nella supervisione normativa con un taglio di molti passaggi.

Atteso un calo dei costi dei servizi

Tutto questo porterebbe anche a commissioni più contenute in un campo che vede livelli molto alti (circa il 7% dell’importo inviato all’estero). Il risultato finale sarebbe un maggiore appeal e una più grande diffusione dei pagamenti transfrontalieri. Su questo fronte stanno già lavorando le grandi istituzioni europee e Usa. I progetti ci sono, tuttavia lo sviluppo di standard, regolamenti e quadri giuridici che si adattano a più parti e giurisdizioni è un’altra sfida che dovrà essere affrontata da quest’area del mondo della finanza.

Un altro esempio di ambito in cui si possono già immaginare gli effetti della Blockchain è quello della compravendita di titoli azionari. È in particolare nella fase della post-vendita che interviene questa nuova tecnologia e riduce tempi e costi. Semplificando molto, ogni operazione sulle azioni richiede lunghi processi post-negoziazione che hanno inizio subito dopo la conferma della vendita. Questi passaggi durano anche tre giorni e necessitano l’intervento di diversi operatori di ambiti differenti. Si tratta di una mole di lavoro esosa. Si calcola che negli Usa, all’industria dei servizi finanziari viene a costare fino a 9 miliardi di dollari l’anno.

“I contratti intelligenti potrebbero assottigliare molti di questi passaggi con relativi riflessi su più piani. Questo terreno è molto battuto da start-up e società tech – dice Gianturco -. Presto potrebbero arrivare le prime soluzioni che cambieranno per sempre il modo di procedere in Borsa”.

In attesa della spinta finale

Il tema è caldo e ci sono ancora nodi da sciogliere. Nonostante l’attenzione generale, questa nuova tecnologia non ha ancora visto un’adozione di massa. Questo aspetto è legato a un basso livello di consapevolezza e conoscenza.

“Potrebbe essere la principale sfida legata a questo nuovo tema” afferma Gianturco.

Secondo un’indagine di Deloitte, nonostante il 39% dei dirigenti di grandi realtà Usa nel 2016 non risultasse pienamente consapevole della tecnologia Blockchain, questa percentuale si è significativamente ridotta. A frenare c’è poi la mancanza di regolamentazione come pure la scarsa disponibilità di risorse specializzate. Perché si arrivi a una rapida ed efficace applicazione della Blockchain occorre una profonda cooperazione tra i grandi operatori dei vari settore, chi innova e le autorità di regolamentazione.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di novembre del magazine Wall Street Italia.