(9Colonne) – Roma, 8 giu – L’Unità pubblica un’inchiesta sui finanziamenti pubblici all’editoria, mettendo in evidenza che non sono solo i quotidiani politici a beneficiare di aiuti economici. “Soldi dello Stato spesi in nome del pluralismo ma che coprono anche il bollettino con i programmi tv di Sky – scrive il quotidiano dei Ds -. Soldi a go-go per la grande editoria. Perché, contrariamente a quanto si legge su molte testate importanti, i finanziamenti pubblici non arrivano solo nelle casse dei giornali politici. Anzi, a ben vedere la torta più grande la incassano proprio i grandi gruppi editoriali, gli stessi magari che a fine anno registrano utili di tutto rispetto. I fondi pubblici ammontano a circa 600 milioni di euro l’anno: 160 milioni vanno sì ai giornali politici e alle cooperative, ma ben 440 milioni finiscono nelle tasche dei grandi editori. Finanziamenti – si legge nell’articolo – che lo Stato elargisce puntualmente ogni anno, a prescindere se le testate facciano utili o meno e a prescindere da chi ‘scoppia’ di pubblicità. Centinaia di milioni di euro insomma, che vengono erogati a tutti per le spese postali (fino a due anni fa c’era anche l’aiuto per l’acquisto della carta e gli investimenti, tipo le pagine a colori) o per le teletrasmissioni all’estero. Tra i grandi gruppi editoriali – scrive ancora l’Unità – ci sono colossi quotati in Borsa: Rcs Mediagroup (Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport), Editoriale l’Espresso (La Repubblica e quotidiano locali), La Poligrafici (i quotidiani del gruppo Monti: La Nazione, Il giorno, il Resto del Carlino) e altre importantissime testate come il Sole 24 Ore, il giornale della Confindustria e La Stampa di Torino, che non sono ancora quotate in Borsa. Si parla di cifre considerevoli: per esempio nel 2004 il Corsera ha ricevuto 3 milioni e 250 mila euro, mentre Repubblica 1 milione e 353 mila euro”.
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