Economia

L’Europa cresce al ritmo dello 0,2%, ma quali sono le prospettive?

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(Teleborsa) – Nessuna revisione per la seconda release del Pil dell’Eurostat diffusa stamane, con i dati relativi al primo trimestre confermati in rialzo dello 0,2% su base trimestrale e dello 0,6% su anno. Il dato non sembra aver destato sorprese tra gli operatori, che si attendevano esattamente questi risultati finali. Analizzando la statistica più nel dettaglio notiamo però che non è oro tutto ciò che luccica, anche se tale espansione segue quella del trimestre precedente e desta ottimismo. Dietro la crescita congiunturale del Pil, infatti, si nasconde ancora un andamento negativo dei consumi privati, in rallentamento rispetto agli ultimi tre mesi del 2009. Anche la spesa per investimenti resta depressa sui livelli del trimestre precedente mentre si registra un sostegno dalla spesa pubblica e soprattutto dalle esportazioni, queste ultime incoraggiate dalla debolezza dell’euro (-15% sul dollaro da inizio anno). Un deciso aiuto alla ripresa economica è giunto poi dall’accumulo di scorte, con le giacenze di magazzino che hanno contribuito alla crescita del prodotto interno lordo per l’1%. A livello settoriale il maggiore contributo alla crescita del Pil è giunto dal settore industriale comprensivo dell’energia, che ha registrato un deciso passo in avanti rispetto al 4° trimestre del 2009. Si rafforzano anche i servizi finanziari mentre resta sottotono il comparto dell’edilizia. Analizzando il dato in ragione di ogni singola nazione, si evidenzia un Pil in netto aumento rispetto al trimestre precedente per l’Irlanda, Svezia e Portogallo. Rivisto al ribasso, invece, il GDP (Gross Domestic Product) dell’Italia allo 0,4% congiunturale dal +0,5% dell stima precedente mentre quello tendenziale è stato indicato al +0,5% dal +0,6% stimato in precedenza. Peggiora anche la seconda release del Pil della Grecia. Ora ci si chiede cosa accadrà nella seconda metà dell’anno, o meglio se la ripresa economica si rafforzerà o se si assisterà a un “double dip”, specie alla luce dei segnali non troppo incoraggianti giunti di recente dagli Stati Uniti e dalla Cina. Al via le scommesse!