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L’euro perde l’entusiasmo iniziale e attende segnali su direzione

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Legnano – Affiancare il termine maratona quando si parla di Grecia sembra essere veramente appropriato, ma se ci riferiamo alla durata di riunioni delle istituzioni europee, che dopo tutto il tempo che si è avuto a disposizione per ragionare sulla questione del debito greco, si riducono a dover stare in meeting per più di 12 ore proprio l’ultimo giorno utile per prendere qualsiasi tipo di decisione, ci accorgiamo di come e quanto sia delicata la situazione della penisola ellenica e di come si voglia fare di tutto per difendere il progetto euro.

L’accordo è stato finalmente raggiunto, con i due punti principali che prevedono la riduzione del rapporto debito/Pil al 120.5% entro il 2020 e con la rinuncia volontaria da parte del pool di creditori privati di ulteriori 3.5 punti percentuali sul valore nominale del debito, che sarà tagliato del 53.5%.

Inoltre, verrà proposto uno swap di titoli nelle prossime settimane da parte della Grecia che offrirà la sostituzione dei bond esistenti con bond di nuova emissione con cedole riviste a ribasso, per la precisione al 2% per quanto riguarda le scadenze 2014, al 3% per le scadenze comprese tra il 2015 ed il 2020 ed al 4.3% per quelle successive.

I commissari della Troika (BCE, FMI ed Ue) rimarranno, secondo le notizie trapelate fin’ora, in pianta stabile ad Atene per controllare che effettivamente le misure di austerity approvate dal governo ellenico vengano attuate e vengano rispettati gli accordi presi (rendendo così la sovranità fiscale greca un punto di domanda).

Un lieto fine per quella che sembrava la storia infinita oppure un altro step rivolto ad acquistare tempo in maniera inutile?

Presto per dirlo, anche se considerando le misure di austerità che dovranno essere messe in campo ci risulta davvero difficile comprendere come sia possibile che il Paese sia in grado di ripartire e di far fronte agli impegni futuri in maniera autonoma.

Un risultato tangibile però c’è stato e per ora, sembra il più importante agli occhi delle istituzioni dell’eurozona: il salvataggio della moneta unica tramite la sistemazione futura di quelle che avrebbero dovuto essere le condizioni pre-esistenti all’introduzione dell’euro, le uniche in grado di garantire la stabilità nel lungo periodo dell’unione monetaria. Filosofia a parte, quello che ci interessa in maniera prevalente è la reazione dei mercati, che per ora si stanno muovendo nella direzione ipotizzata nel momento in cui si fosse ufficializzato il tanto atteso accordo.

Cominciando ad analizzare il cambio più liquido e scambiato sul mercato, vediamo come l’EurUsd abbia quasi raggiunto il livello di 1.3300 ed ora sembra pronto al test definitivo di questa area di resistenza. I punti ultimi da considerare passano per 1.3320 e la rottura definitiva di questi livelli potrebbe portare ad aumenti di volatilità e di ottimismo in grado di far guadagnare alla quotazione anche più di una figura (i primi punti passano per 1.3435). Dobbiamo tenere conto di un fattore importante. Sui rumor di un possibile accordo greco, negli scorsi giorni i prezzi sono stati in grado di guadagnare più di due figure e dopo lo stacco della notizia non c’è stata la forte reazione che avrebbe potuto verificarsi. L’apertyura delle contrattazioni europee, con l’arrivo in ufficio dei trader londinesi ci aiuterà a capire se il mercato vuole provare a rompere a rialzo, una rottura che per essere considerata definitiva deve arrivare a vedere prezzi superiori a 1.3350 a causa della grossa quantità di stop di chi ha cominciato a mettersi corto di euro in prossimità delle resistenze. In caso di prese di profitto dopo i movimenti rialzisti visti, una rottura a ribasso di 1.3250 potrebbe apriore le strade verso 1.3175, importante livello di supporto di breve periodo.

Per quanto riguarda il UsdJpy, notiamo come il supporto di breve passante per 79.40 abbia funzionato egregiamente durante la giornata di ieri, ed anche di fronte a vendite di dollari a fronte di acquisto di rischio in seguito alle “buone notizie”, i prezzi del dollaro contro lo yen non sono riusciti a scendere. Segnale molto positivo per l’economia nipponica che può tirare un attimo il fiato rispetto a quanto stava succedendo quindici giorni fa e che fino a quando non si vedranno dei prezzi inferiori a 79.00, potrà contare sulla continuazione di questo trend di breve periodo che necessita la rottura di 80.00 per prendere ulteriore forza. Lo Speculative Sentiment Index di ieri sera (ultimo aggiornamento disponibile) mosta che la quantità di trader lunghi è rimasta pressoché stabile, attestandosi a 2.05 long per ogni short e suggerendo che le prese di profitto che avrebbero potuto verificarsi non sono state forti, per cui seguiamo con attenzione le evoluzioni che potrebbero vedere un attacco delle resistenze. Supporto utile a questo scenario il 79.40 visto poc’anzi.

L’EurJpy è riuscito a mantenersi sopra i supporti individuati ieri a 104.70, senza mai scendere sotto il 105.00. Ci troviamo ora in test di 106.00, livello di resistenza di breve che se superato potrebbe aprire le strade verso 106.75 (attenzione agli stop sopra il 6 figura che potrebbero portare a false rotture per una quindicina di punti, per cui consideriamo la rottura definitiva sopra il 106.20). In caso di discesa sotto il 105.00 è possibile assistere ad accelerazioni verso i supporti più importanti indicati.

Molto bella la reazione del cable, che dopo aver corretto per prese di profitto fino a 1.5800 ha effettuato un bel rimbalzo durante la notte fino a riportarsi sopra 1.5850. Si sono aperte le strade per assistere all’attacco delle resistenze di breve periodo segnate ieri in area 1.5880, dopodiché occorrerà valutare il possibile target di 1.5930. Un ritorno sotto 1.5840 potrebbe negare questo scenario, senza tuttavia farci ipotizzare approfondimenti oltre il 58 figura per la giornata di oggi.

Anche le commodity currencies si stanno muovendo all’unisono insieme al rischio. Per quanto concerne l’AudUsd abbiamo avuto un bel rimbalzo dopo il raggiungimento dei minimi di venerdì in area 1.0680 ed ora sembra ci sia la possibilità di vedere delle continuazioni che vedono in 1.07 ¾ ed in 1.0800 i possibili livelli di arrivo. Ricordiamoci di come, tra 1.0800 ed 1.0850 passi una fortissima area di resistenza, violabile soltanto nel caso in cui avvenga una vera e propria esplosione di fiducia tra gli investitori, cosa poco probabile per la giornata di oggi, mentre per quanto concerne il UsdCad ci troviamo nella situazione opposta, con 0.9900 sotto probabile attacco. Un’eventuale rottura potrebbe portare a 0.9800 e probabilmente coinciderebbe con un tentativo di rottura a rialzo dell’aussie.

Terminiamo con i franchi svizzeri, che contro dollaro hanno mostrato delle riprese, mentre contro euro no, durante la notte. Questo ci testimonia il fatto che si sia trattato di vendite di dollari a favore del rischio e che i flussi non sono stati diretti ad acquisti di franco, mentre contro la moneta unica europea ci troviamo ancora sopra 1.2060, livello importante che sbarra la strada verso il tanto temuto 1.2000 da parte della SNB. Sotto 1.2060 possibilità di accelerare di una quarantina di punti, mentre per assistere a forti riprese occorre superare l’1.2130 (attenzione che l’SSI è ancora sbilanciato con oltre 17 posizioni lunghe per ogni corta).

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