(Teleborsa) – Torneranno a punzecchiarsi il Ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, ed il Governatore della Banca d’Italia, Mario Draghi? Non è dato saperlo, ma sulle questioni di grande importanza le visioni restano sicuramente discordanti. Dopo il botta e risposta da Cernobbio lo scorso mese di settembre, Draghi mette in discussione la proposta degli E-bond, caldeggiata da Tremonti e dal Presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker. In una intervista al Financial Times, Draghi ha espresso un parere sfavorevole alla proposta, già bocciata dalla Germania. Secondo il numero uno di Palazzo Koch, il lancio di obbligazioni europee non contribuirebbe a risolvere la crisi, che nasce da squilibri prevalentemente nazionali, e minerebbe la stessa indipendenza della BCE. Draghi propone, dunque, che l’impasse venga superata a livello nazionale, risanando i conti, recuperando la fiducia e portando avanti le indispensabili riforme strutturali. Una via tradizionale… E’ diversa la visione di Tremonti, che spinge sull’acceleratore per una maggiore integrazione della UE, chiedendo la costituzione di un’Agenzia europea per la gestione del debito e la nascita di un vero mercato obbligazionario europeo, tanto forte e tanto grande da far concorrenza ai T-bond americani. Una visione futuristica, che però è stata accolta con atteggiamento freddo ed ostile in sede europea, soprattutto da parte della Germania che, su questo aspetto, avrebbe tanto da perdere… In occasione della riunione dell’Ecofin la scorsa settimana, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, ha sottolineato che “il livello dei tassi rappresenta un elemento importante per realizzare gli obiettivi del patto di stabilità” e che “gli E-bond non favorirebbero la concorrenza fra i tassi di interesse praticati sui bond nazionali”. Ma aldilà delle questioni europee, il dualismo italiano è qualcosa di veramente straordinario e rappresenta le due facce di una medaglia. Da una parte c’è chi spinge per un meccanismo di “integrazione”, contrapponendosi a chi guarda con più interesse ad un movimento di “aggregazione” fra entità diverse e egualmente indipendenti. Un problema concettuale prima che pratico.
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