(Teleborsa) – Politica, affari, religione. Il curioso connubio è al centro del viaggio di Gheddafi nella Città Eterna, dove sono previsti anche degli incontri con il Premier Silvio Berlusconi, per rinsaldare il legame fra Italia e Libia, sancito nel Trattato di amicizia siglato fra i due Paesi che affacciano sul Mediterraneo. La visita del leader libico a Roma non ha mancato di sollevare un vespaio di polemiche, soprattutto per alcune scomode dichiarazioni di Gheddafi sul tema dell’Islam in un incontro con 200 hostess, cui è stata sapientemente impartita una lezione sul Corano. Ma il nodo focale del viaggetto di Gheddafi, il terzo un solo un anno, non è certo religioso, sebbene le prime ore del leader di Tripoli nel Bel Paese non abbiano mancato di destare polemiche. Sul piatto di sono alcuni succulenti affarucci quali la questione del gas e quella di una rete di partecipazioni che il Fondo sovrano libico detiene in alcune perle dell’imprenditoria italiana, da quasi l’otto per cento di Unicredit, all’Eni, a Finmeccanica, oltre ad una serie di generose commesse aggiudicate a Impregilo, Ansaldo STS e tanti altri attori dell’imprenditoria italiana. E l’autostrada che l’Italia si è obbligata a costruire sui quasi 200 chilometri di coste libiche? Sono almeno venti le proposte arrivate al Ministero delle Infrastrutture, stando a quanto anticipato dal capo del dicastero, Altero Matteoli. Ma gli affari potrebbero non finire qui. Stando ad alcune indiscrezioni sul piatto potrebbe anche esserci il tema della difesa, che continua far gola anche ad altri attori europei. Ma i tempi non sono ancora maturi. Ora Gheddafi pensa a concedersi un bagno di folla a Campo de’ Fiori ed un “cappuccino” Made in Italy, definendo i dettagli degli affaretti già in corso. Il resto poi si vedrà.
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