
Metà del 54 trilioni di bond presenti sui mercati globali si trova nelle casseforti delle banche centrali e degli istituti commerciali.
E’ quanto ha confermato Jp Morgan in una nota specificando che un terzo, ovvero circa 18 trilioni di dollari, è in pancia agli istituti di politica monetaria, quindi nelle mani di investitori passivi.
La situazione attuale,- sostengono gli analisti – se da una parte è il risultato delle politiche del QE degli ultimi anni, dall’altra spiega la bassa volatilità del mercato. Come mai – scrivono gli esperti – questo ammontare di debiti nei bilanci delle banche non sia mai venduto, senza causare un crash del mercato, non si sa.
Questa situazione appare particolarmente critica, secondo gli esperti, quando si passa ad analizzare la liquidità del mercato. Da questo punto di vista
“la riduzione della liquidità causata da un calo delle posizioni da parte di manager attivi ha effetti anche sulla volatilità. Non è infatti un caso che in questo periodo – continuano – il livello dell’indice Vix viaggi su livelli storicamente bassi”.
I pericoli tuttavia restano in agguato. Proprio la scarsa liquidità del mercato, rischia di causare crolli inaspettati sul mercato qualora le cose, per qualsiasi motivo, dovrebbero andare storte.