Investimenti

Italiani e investimenti: più fiducia nei mercati, ma senza attese rosee sui rendimenti

Sempre più italiani si dichiarano soddisfatti per i propri investimenti ma anche realisti in fatto di rendimenti attesi tanto che nei prossimi 5 anni, solo il 7% si attende un ritorno superiore al 6 per cento. Così emerge dall’edizione primaverile dell’Osservatorio ANIMA 2024, realizzato in collaborazione con le società di ricerche di mercato Eumetra e Dogma Research, secondo cui gli italiani continuano ad essere ottimisti sulla situazione del Paese e sono meno sfiduciati nell’opportunità di investire nei mercati finanziari, scoprendosi meno avversi al rischio ma senza attese troppo rosee sui rendimenti futuri.

Lo studio, condotto via internet, monitora su base regolare i trend, le necessità e le abitudini delle famiglie italiane in materia di finanza, risparmio e investimenti ed è stato realizzato tra il 29 febbraio e il 7 marzo 2024 su un campione di 1.006 adulti “bancarizzati”, titolari di un conto corrente bancario o libretto bancario/postale e con accesso ad Internet, rappresentativo di circa 35 milioni di persone. Di questi, il 50% è anche investitore.

Italiani alla prova investimenti: ecco come si sono comportati

Dall’Osservatorio emerge come fra gli investitori, si segnala il contemporaneo aumento della ricerca di rendimenti interessanti – una priorità per il 20%, contro il 14% di settembre – e il calo di chi assegna maggiore importanza alla protezione del capitale investito, in diminuzione dal 27% al 22%.

Da tre rilevazioni consecutive, poi, sottolinea l’Osservatorio, cresce il numero di chi si dichiara molto o abbastanza soddisfatto dei propri prodotti di investimento: fra gli investitori, il numero di chi concorda con questa affermazione passa dal 48% di marzo 2023 al 58% attuale.

Interpellato sui rendimenti attesi nei prossimi cinque anni, questo campione non si dimostra però troppo ottimista: il 24% si attende un rendimento nullo o addirittura negativo; il 69% un rendimento positivo ma inferiore al 5% e solo il 7% un rendimento ancora superiore.

 

Consumi all’insegna della sostenibilità

L’Osservatorio poi mette in luce come gli italiani tornano ad assegnare più rilevanza alle decisioni di consumo sostenibili e a basso impatto socio-ambientale, come dimostra la crescita di chi ritiene queste scelte “molto” o “abbastanza” importanti, in aumento dall’80% all’84% fra i bancarizzati e dall’85% all’86% fra gli investitori.

Esaminando le risposte di chi è posto di fronte alla scelta fra sostenibilità e rendimento finanziario, per la prima volta, fra i bancarizzati, la percentuale di chi privilegia l’una o l’altra scelta arrivano quasi ad equivalersi: il 49% assegna maggior importanza alla prima, mentre il 51% afferma di valutare come più importante il secondo.

Risparmi in crescita e in calo avversione al rischio

In ultima istanza, nonostante l’aumento dei prezzi rappresenti una preoccupazione, le famiglie che risparmiano tornano ad aumentare: i bancarizzati che riescono ad accantonare con costanza parte del reddito passano dal 53% al 57%, mentre fra gli investitori questo dato cresce dal 72% al 77%.

In questo contesto, le scelte in materia di investimenti vedono una crescita della preferenza per i prodotti finanziari, prima opzione per il 55% dei bancarizzati e per il 74% degli investitori (a settembre il dato era del 52% per i primi e del 73% per i secondi). In seconda posizione restano gli immobili, le cui preferenze sono però in calo, seguiti dalla liquidità.

Un dato particolarmente interessante è quello relativo all’avversione al rischio: sul totale del campione, la percentuale di chi pensa che non sia un buon momento per investire nei mercati finanziari cala dal 52% al 45%. In particolare, continua a calare la percentuale di chi è convinto che non sia “per nulla” un buon momento per investire: dal 34% di marzo 2022 questo dato si è più che dimezzato, fino ad arrivare all’attuale 16%.