Economia

Istat, peggiora a giungo saldo commerciale

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(Teleborsa) – Nel mese di giugno 2010 le esportazioni aumentano del 22,8 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, con andamenti più dinamici per il mercato non comunitario (più 26,4 per cento) rispetto a quello interno all’Unione europea (più 20,1 per cento). Le importazioni registrano un incremento del 30,4 per cento, derivante da una crescita del 37,4 per cento dei flussi dai paesi extra Ue e da un aumento del 25,5 per cento di quelli provenienti dai paesi comunitari. A giugno 2010 il disavanzo commerciale risulta pari a 3.058 milioni di euro, in peggioramento rispetto a quello di 899 milioni di euro dello stesso mese dell’anno precedente. Lo comunica l’Istat. Le dinamiche congiunturali dei flussi, misurate dai dati destagionalizzati, evidenziano a giugno 2010, rispetto al mese precedente, un incremento del 5,6 per cento per le esportazioni (più 9,2 per cento per i paesi extra-Ue e più 2,9 per cento per i paesi Ue) e un aumento del 3,2 per cento per le importazioni (più 3,5 per cento per i paesi Ue e più 2,9 per cento per quelli extra-Ue). Negli ultimi tre mesi, rispetto al trimestre precedente, le esportazioni crescono del 6,7 per cento (con andamenti più dinamici per i paesi extra Ue) e le importazioni dell’8,4 per cento (con andamenti pressoché identici per le due aree di approvvigionamento). Nel primo semestre 2010, rispetto al corrispondente periodo del 2009, le esportazioni sono aumentate del 12,6 per cento, con una dinamica leggermente più vivace per i paesi extra Ue (più 13,2 per cento) rispetto a quelli non comunitari (più 12,2 per cento) e le importazioni del 18,5 per cento (più 21,6 per cento per l’area extra Ue e più 16,2 per cento per quella Ue). Nei primi sei mesi dell’anno il deficit commerciale, pari a 14,2 miliardi di euro, è più ampio di quello del corrispondente periodo del 2009 (4,8 miliardi di euro). Nei primi sei mesi del 2010 l’aumento del valore delle esportazioni rispetto allo stesso periodo del 2009 è determinato da una crescita dei volumi (più 8,3 per cento), più ampia di quella dei valori medi unitari (più 3,9 per cento). Anche dal lato delle importazioni i volumi registrano incrementi maggiori di quelli dei valori medi unitari (rispettivamente più 10,3 per cento e più 7,5 per cento).