Economia

Istat, commercio estero extra-UE in deficit a gennaio

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(Teleborsa) – A gennaio 2010, rispetto allo stesso mese del 2009, le esportazioni aumentano del 4,7 per cento e le importazioni diminuiscono del 3,7 per cento. Al netto della stagionalità, rispetto al mese di dicembre 2009, le esportazioni calano lievemente (-0,3 per cento) e le importazioni crescono del 5,4 per cento. Nel trimestre novembre 2009-gennaio 2010, rispetto al trimestre precedente, aumentano sia le esportazioni (+5,3 per cento) sia le importazioni (+4,7 per cento). Lo comunica l’Istat. A gennaio 2010 il saldo commerciale con i paesi extra Ue risulta pari a -3.195 milioni di euro, in miglioramento rispetto al deficit (-3.988 milioni di euro) dello stesso mese del 2009. Escludendo il comparto energetico, la bilancia commerciale con i paesi extra Ue presenta un surplus di 482 milioni di euro, a fronte del deficit di 57 milioni del mese di gennaio 2009. A gennaio 2010 incrementi tendenziali delle esportazioni riguardano in particolare la Turchia (+50,6 per cento) e la Cina (+38,9 per cento). Diminuiscono invece le esportazioni verso il Giappone (-10,1 per cento), la Russia (-10 per cento), i paesi OPEC (-4,8 per cento) e gli Stati Uniti (-1,9 per cento). La diminuzione tendenziale delle importazioni interessa la maggior parte dei principali partner commerciali, ad eccezione della Turchia (+30,8 per cento) e dell’India (+8 per cento). I dati settoriali relativi ai raggruppamenti principali per tipologia di beni mostrano, per le esportazioni, incrementi tendenziali rilevanti per l’energia (+56,7 per cento) e i prodotti intermedi (+9,5 per cento). Le vendite all’estero di beni di consumo crescono invece in misura molto più limitata (+1 per cento) e quelle relative ai beni strumentali diminuiscono dell’1,6 per cento. Dal lato delle importazioni, a fronte della crescita degli acquisti di prodotti intermedi (+ 6,9 per cento) e di beni di consumo durevoli (+1 per cento), diminuiscono quelli relativi ai beni strumentali (-16,3 per cento), ai beni di consumo non durevoli (-11,2 per cento) ed all’energia (-1,5 per cento).