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IPO: STORIE DI ORDINARIA FOLLIA BORSISTICA

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Quando Cobalt Networks (COBT) prese la decisione di quotarsi in borsa, calcolo’ che 5.750.000 azioni a un prezzo compreso tra i 14 e i 16 dollari sarebbero bastate a raccogliere un capitale necessario a finanziare le operazioni correnti e a investire nella crescita futura. Ma Goldman Sachs, che aveva preso l’incarico di gestire l’IPO (offerta pubblica d’acquisto) ha ritenuto invece che 22 dollari ad azione sarebbero stati piu’ appropriati.

Nessuno pero’ si aspettava che la seconda societa’ legata al sistema Linux ad andare sul mercato quest’anno avrebbe registrato, il 4 novembre, un profitto del 482%, il terzo guadagno record raggiunto da una societa’ il giorno del debutto in borsa. Cobalt avrebbe potuto raccogliere un capitale variabile tra 799 e 737 milioni di dollari, se avesse fissato il prezzo del titolo rispettivamente a 139 dollari ( quota registrata ad inizio contrattazioni) o a 128,13 dollari (prezzo di chiusura), invece, tolto il 7% della commissione a Goldman Sach, alla societa’ sono andati ”solo” 118 milioni di dollari.

Secondo The IPO Monitor, una societa’ che mantiene i dati relativi alle offerte pubbliche, nel 1999 le aziende che si sono quotate in borsa hanno guadagnato mediamente il 165% sul mercato secondario, mentre in passato l’attrattiva delle Ipo era, al contrario, l’offerta ad un tasso inferiore del 15-20% al loro ipotetico valore di mercato. In questo modo gli investitori individuali erano ricompensati per il loro rischio.

Ora, invece, chi investe nelle IPO non sono i risparmiatori, ma i grandi investitori istituzionali con enormi fondi e, i singoli individui, tagliati fuori dall’opportunita’ di acquistare i titoli al prezzo iniziale, cercano di accaparrarseli nel corso delle trattazioni, facendo cosi’ salire la quota a livelli stratosferici.

Sembra pero’ che qualcosa sia destinato a cambiare. Utilizzando l’Internet, WR Hambrecht, Wit Capital e alcune altre societa’ di investimento online, stanno entrando nel sistema delle Ipo, distribuendo azioni al prezzo iniziale anche agli investitori individuali.

Hambrecht, applicando la regola basilare della domanda, ha ad esempio lanciato OpenIPO, un nuovo sistema secondo cui gli investitori (singoli o istituzionali) interessati ad una particolare opa, dichiarano il prezzo che sarebbero disposti a pagare per il titolo in questione. Dopo aver raccolto confidenzialmente tutte le offerte, viene stabilito il prezzo del titolo, al piu’ alto livello accettabile. A chi ha offerto una quota piu’ alta di quella stabilita, viene applicato il prezzo piu’ basso, chi ha invece offerto un prezzo minore, viene tagliato fuori.

OpenIpo ha finora trattato tre offerte pubbliche d’acquisto, Ravenswood Winery (RVWD), Salon.com (SALN) e Andover.net (ANDN) ma, sebbene i singoli investitori siano riusciti a prendere parte alla festa, le societa’ hanno comunque raccolto un capitale inferiore al valore di mercato.

Andover.net, ad esempio, ha chiuso il primo giorno di contrattazioni con un rialzo del 164% e le sue azioni, piazzate a 18 dollari l’una, hanno raggiunto quota 63,38.

Ian Zwicker, presidente di WR Hambrecht & Co., pur riconoscendo i limiti di OpenIpo, e’ convinto che questo sistema verra’ accettato col tempo e che anche il sistema tradizionale con cui sono offerte le Ipo stia cambiando.

Innanzitutto il prezzo viene fissato in modo piu’ aggressivo. Ne e’ una riprova il caso di FreeMarkets (FMKT) il cui prezzo iniziale e’ stato aumentato dai sottoscrittori Goldman Sachs e Morgan Stanley Dean Witter da 14-16 dollari a 48 dollari. Questa mossa puo’ sembrare un segno di ingordigia, ma e’ semplicemente un modo astuto per contrastare i problemi intrinseci delle Ipo.

Quando infatti gli investitori si aspettano una veloce rivalutazione del titolo, chiedono di acquistare un numero di azioni piu’ elevato di quello che veramente intendono, sapendo che solo una frazione della loro richiesta verra’ esaudita. Purtroppo questo lascia i sottoscrittori nella piu’ totale incertezza sul numero attuale di azioni che ogni investitore finira’ con l’acquistare. In altre parole, Goldaman Sachs avrebbe potuto perdere milioni di dollari nell’affare FreeMarkets che, invece, nel suo primo giorno di contrattazioni ha guadagnato il 483%.
Al primo posto per profitto registrato il primo giorno rimane pero’ VA Linux (LNUX) con la cifra record di 700%.