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Investitori in fuga dai mercati emergenti

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NEW YORK (WSI) – Il grattacielo piu’ alto della Turchia e il piu’ innovativo d’Europa potrebbe essere il simbolo della fase no per i paesi emergenti, che stanno facendo i conti con una fuga degli investitori. Tutta colpa di Ben Bernanke e i colleghi del braccio monetario della banca centrale americana.

Con le attese per un ritiro delle misure di allentamento monetario straordinarie della Fed, lo skyline deserto di Instabul potrebbe iniziare a diventare l’emblema dei problemi dei mercati in via di sviluppo.

Come molti nuovi edifici che hanno iniziato a crescere come funghi a Istanbul, il Sapphire, 856 piedi di altezza, e’ stato costruito grazie a prestiti vantaggiosi ottenuti in dollari, che hanno inondanto la Turchia e altri mercati in rapido sviluppo come Brasile, India e Sud Corea.

Valute sempre piĂą indebolite, in particolare la rupia indiana – tanto che il manager piu’ ricco d’India ha perso il 24% del suo patrimonio – prestiti non ripagati e la possibilita’ di fallimenti nel settore bancario e delle costruzioni.

Azionario e valute dei mercati asiatici, dall’India alla Thailandia passando per l’Indonesia, hanno accusato pesanti cali. Gli investitori obbligazionari, nel frattempo, preferiscono puntare sui titoli pubblici statunitensi che ora garantiscono rendimenti sempre piu’ elevati rappresentando un porto piu’ sicuro degli sfidanti del mondo in via di sviluppo.

L’indice azionario indonesiano, che ha perso il 5% lunedi’, ha ceduto un altro 3,2% ieri. La Borsa indiana ha lasciato sul campo il 5,6% e lo 0,3% nelle ultime due sedute. Nel frattempo continua il tonfo della rupia indiana e indonesiana.
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Sul valutario si e’ trattato di una vera e propria tempesta nei tassi di cambio. La rupia ha pagato le prospettive di un tapering della Fed ed e’ scivolata ai minimi storici. Il collasso della valuta indiana ha costretto la banca centrale del paese a intervenire, iniettando circa 1,3 miliardi di dollari nel sistema bancari. Il dollaro si e’ portato sopra le 64 rupie, forte di un rialzo dell’1,24%.

Le valute emergenti pagano la mancanza di investimenti nel carry trade. La fuga dei capitali e’ evidente. La divisa indiana e’ in calo del 5% nell’ultima settimana e del 46% in due anni. A meta’ 2011 il dollaro valeva 44,08 rupie.

La svalutazione della moneta ha ridotto i patrimoni dei manager piu’ ricchi del paese. Dopo aver subito un’erosione del 24% della sua ricchezza, Mukesh Ambani – il paperone indiano per eccellenza, presidente del conglomerato di raffinazione petrolifera Reliance Industries – e’ il perdente numero uno tra i miliardari asiatici. Dal primo maggio a oggi Ambani, 56 anni, ha perso 5,6 miliardi di dollari.