(9Colonne) – Roma, 23 mag – “I dati gestionali dell’esercizio 2005 si pongono complessivamente in termini peggiorativi rispetto ai decorsi esercizi che hanno registrato risultati positivi, per altro, avvalendosi, oltre che degli interventi dello Stato, di variabili di natura straordinaria come le operazioni di cartolarizzazione non facilmente replicabili in quelli futuri”. Si apre con questo giudizio la relazione della Corte dei Conti sull’esercizio 2005 dell’Inpdap, l’Istituto Nazionale di Previdenza per i Dipendenti dell’Amministrazione Pubblica. Quella emersa nel 2005 è, secondo la Corte, “una linea tendenziale, indicativa di un progressivo assottigliamento del margine attivo di copertura ancora presente, destinato in un futuro assai prossimo ad una inversione di tipo sempre più negativo”. A questo scenario concorrono, ad avviso della Corte, da una parte l’insufficiente crescita del montante contributivo condizionato dal blocco generalizzato delle assunzioni nel comparto pubblico, e dall’altra l’aumento del volume delle prestazioni per effetto degli incrementi annuali delle pensioni e la costante lievitazione del numero dei pensionati. “Appare, quindi, non più dilazionabile il ricorso a misure idonee ad assicurare l’equilibrio futuro della gestione complessiva dell’Istituto, attraverso provvedimenti legislativi e l’ottimizzazione delle risorse interne”. La Corte raccomanda l’adozione “di tutte le misure atte a favorire un rigoroso contenimento delle spese entro i limiti della più stretta indispensabilità specie con riguardo agli oneri di carattere discrezionale”.
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