(Teleborsa) – I prezzi praticati sui campi continuano a scendere (meno 13,6 per cento nel 2009 e meno 4 per cento nei primi otto mesi di quest’anno), ma a settembre sugli scaffali i listini degli agroalimentari, dopo un prolungato periodo di stasi e anche di flessioni, riprendono la corsa (più 0,3 per cento rispetto ad agosto e più 0,4 per cento nei confronti dello stesso periodo dell’anno scorso). Una crescita, tuttavia, molto al di sotto dei livelli raggiunti negli ultimi anni. In questo modo, la “forbice” dalla produzione agricola alla tavola, anche se in alcuni casi resta ancora accentuata, risulta sensibilmente ridotta. Lo sottolinea la Cia-Confederazione italiana agricoltori in merito ai dati provvisori dell’Istat sull’inflazione. Ancora una volta -segnala la Cia- l’agricoltura ha fornito un deciso apporto al rallentamento del trend inflazionistico. Contributo che, però, gli agricoltori stanno pagando in maniera molto pesante: il “mix” micidiale tra crollo dei prezzi all’origine e vertiginoso aumento dei costi produttivi, contributivi e burocratici (che, oltretutto hanno subito un’ulteriore impennata a causa della fine della fiscalizzazione degli oneri sociali e dell’abolizione del “bonus gasolio” per le serre) ha, infatti, determinato un nuovo taglio dei redditi dei produttori che nello scorso anno sono scesi di circa il 21 per cento. Un eguale andamento, purtroppo, non si è ancora avuto nei vari passaggi della filiera e, quindi, i prodotti alimentari non hanno registrato, al dettaglio, la tanto attesa diminuzione. Anzi, a settembre hanno registrato una ripresa, anche se non vistosa come quella degli anni scorsi. I listini al consumo restano su livelli ancora alti. E per alcuni prodotti ci sono rincari totalmente ingiustificati. Per questo la Cia ribadisce la necessità di rapporti più stretti ed intese nella filiera e l’importanza di una maggiore trasparenza nei processi di formazione dei prezzi lungo i vari passaggi dal campo alla tavola, per contrastare rincari artificiosi e ingiustificati e manovre speculative.
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