Economia

Inesperti e non idonei: ecco i “figli di” che rischiano posto in banca

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ROMA (WSI) – Marie Bollorè, Luigi Berlusconi fino ad Azzurra Caltagirone sono alcuni dei nomi illustri, la cui inesperienza in materia finanziaria potrebbe costare cara.

Il tutto parte dai nuovi vincoli imposti dalla Bce e le nuove linee guida dell’Eba, l’autorità bancaria europea in termini di onorabilità e professionalità. Cosa prevedono? Per la banca guidata da Mario Draghi l’ad di una banca deve possedere una certa esperienza almeno di un decennio, 5 anni invece per svolgere il ruolo di consigliere esecutivo e 3 per consigliere non esecutivo.

Ebbene sulla base di tali linee guida, secondo un’indagine realizzata dall’Adnkronos, solo un board su 19 dei principali istituti di credito quotati rispetta i nuovi vincoli e su 271 curricula esaminati 63 sono da bocciare.

“Se le banche dovessero adeguarsi sarebbero chiamate a sostituire un consigliere su quattro, secondo l’indagine Adnkronos”.

Ecco alcuni dei nomi illustri che rischierebbero il posto e invece chi supera il test a pieni voti.

“In bilico potrebbe esserci figli illustri come Marie Bollorè, ultimogenita del patron di Vivendi che siede come consigliere in Mediobanca, Luigi Berlusconi presente nel board di Banca Mediolanum e Azzurra Caltagirone non idonea per i parametri europei a far parte del cda di Banca Generali. Da piazzetta Cuccia potrebbe traslocare Gilberto Benetton che non avrebbe ricoperto in campo finanziario le posizioni dirigenziali di rilievo richieste dalla Bce. Una ‘carenza’ che colpirebbe anche il vicepresidente Marco Tronchetti Provera.

Banca Intermobiliare supera a pieni voti l’esame, Carige è la meno adeguata: 43% dei consiglieri non rispetta i requisiti di professionalità. Il presidente Giuseppe Tesauro non avrebbe un curriculum in linea, idem il vice Vittorio Malacalza. In Mps rischierebbe il presidente Alessandro Falciai. Accanto a regole quantitative rigide è prevista una ‘valutazione integrativa’: il board può ritenere paritaria l’esperienza maturata dal componente del cda in altri settori, mettendo ‘in salvo’ nomi eccellenti. Alla Banca centrale spetta però l’ultima parola e la possibilità di rimuoverlo”.