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INDUSTRIA: SI SPEGNE LA FEBBRE DA FUSIONE

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Il secondo trimestre dell’anno ha registrato una drastica battuta di arresto nelle operazioni di acquisizione e fusione da parte delle aziende americane.

Le manovre di consolidamento sono infatti crollate del 40% per un valore totale di soli $675 miliardi, il livello piu’ basso dalla fine del 1998.

Gli analisti attribuiscono il fenomeno alla caduta del mercato e alle ripetute strette sul costo del denaro da parte della Federal Reserve.

Le perplessita’ sui bilanci delle societa’ Internet sono state il fattore determinante nel rallentamento delle fusioni nei settori tecnologia e comunicazione e 3 delle 5 maggiori acquisizioni hanno riguardato societa’ della ‘vecchia economia’, nel settore alimentare o alberghiero.

Nel trimestre, il matrimonio piu’ suntuoso e’ quello che non si fara’: l’acquisto di Sprint Corp. da parte di WorldCom per $110 miliardi.

Le operazioni di consolidamento sono rallentate pero’ anche all’estero, sebbene, secondo Thomson Financial Securities Data, l’Europa abbia registrato, con il 13%, il calo minore.
A sostenere il trimestre si sono infatti verificate le fusioni Telecom-Orange, Vivendi-Seagram e Unilever-Bestfoods.

“L’Europa e’ particolarmente attiva” ha commentato Steven Koch di Credit Suisse First Boston, “ogni societa’ sta considerando un’acquisizione, mentre negli Stati Uniti si e’ giunti quasi alla fine del ciclo”.

Otto delle dieci principali transazioni del secondo trimestre hanno infatti coinvolto un acquirente europeo e, secondo Gregg Polle di Schroder Salomon Smith Barney “nel settore delle telecomunicazioni assisteremo nei prossimi trimestri all’assalto degli Stati Uniti da parte delle principali societa’ europee”.