Economia

Industria elettrotecnica ed elettronica, prosegue ripresa ma segnali rallentamento

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(Teleborsa) – Secondo i dati oggi diffusi dall’ISTAT, l’industria delle tecnologie – Elettronica ed Elettrotecnica – i due comparti rappresentati da Confindustria ANIE, ha mantenuto a settembre 2010 il graduale percorso di uscita dal tunnel della crisi. Nel confronto con lo stesso mese del 2009 l’industria Elettrotecnica italiana ha sperimentato una crescita del fatturato totale del 19,2%, l’Elettronica del 28,2% (+10,9% la variazione nella media del manifatturiero). Guardando al dato cumulato dei primi nove mesi del 2010, nel confronto con il corrispondente periodo del 2009, il volume d’affari complessivo ha registrato un incremento del 10,7% per l’Elettrotecnica, del 13,7% per l’Elettronica (+9,4 la variazione nella media del manifatturiero italiano). Anche il portafoglio ordini mostra una dinamica positiva per l’Elettrotecnica (+11,7% la variazione cumulata a gennaio-settembre 2010 al confronto con il medesimo periodo del 2009) e per l’Elettronica (+29,5%). “A settembre i settori ANIE mantengono la permanenza in territorio positivo per il fatturato e gli ordinativi – ha commentato il Presidente di Confindustria ANIE Guidalberto Guidi. Alcuni segnali di attenuazione del ritmo di recupero e di vera e propria inversione di tendenza per i prossimi mesi cominciano a destare preoccupazione essenzialmente sul fronte dei livelli di attività industriale che non si mostrano del tutto allineati con le tendenze del fatturato. Per lasciare alle spalle le insidie della crisi è essenziale che la ripresa non rallenti e acquisti nuovo vigore nei primi mesi del 2011.” “L’orizzonte è denso di incognite – ha proseguito Guidi. Prendendo atto di un quadro internazionale più incerto, il sostegno del canale estero potrebbe non compensare pienamente la storica debolezza della domanda domestica rivolta alle tecnologie ANIE. I percorsi di lungo periodo orientati all’innovazione e all’ingresso in nuovi mercati potrebbero non essere sufficienti neppure per gli operatori più dinamici nell’arginare gli ostacoli di questa nuova fase. Oggi appare chiaro che le imprese non riusciranno a superare pienamente la crisi con il solo contributo della domanda estera ed è quindi dal fronte interno che devono provenire nuovi stimoli alla crescita. In caso contrario molte imprese potrebbero rischiare, di fronte alle nuove difficoltà di scenario, di mettere nuovamente in discussione la propria sopravvivenza, con gli effetti negativi sul patrimonio produttivo e sulla tenuta sociale che purtroppo ben conosciamo”.