Economia

In Cina la crisi immobiliare rischia di mandare a picco Borse e Pil

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La crisi del settore immobiliare in Cina potrebbe trascinare significativamente al ribasso l’economia e il mercato azionario senza un intervento adeguato delle autorità. È l’opinione degli analisti di Morgan Stanley, secondo cui il l’indice composite di Shanghai, sceso di oltre il 12% quest’anno, rischia di crollare di un altro 20% rispetto ai livelli attuali nei prossimi 6-12 mesi, e potenzialmente scendere per molto più tempo se l’ipotetico scenario di stress dovesse persistere. Lo scenario di forte stress delicato dalla banca d’affari vede inoltre:

  • Il Pil cinese in drastico crollo, con una crescita media del 2% nel 2023.
  • Più di 11 milioni di persone che potrebbero perdere il lavoro, portando probabilmente il tasso di disoccupazione urbana sopra il 7%. Edilizia, alloggio e ristorazione soffrirebbero la maggior parte dei tagli di posti di lavoro.

Il comparto immobiliare cinese, che ha un peso del 25% del Pil, è sotto pressione a causa dell’indebitamento molto elevato dei costruttori. Ora però il governo di Pechino sta cercando di sostenere le aziende del settore attraverso una politica interventista che fa leva sui tassi di interesse.

Perché l’economia della Cina è debole

Diversi economisti hanno abbassato le loro previsioni sul Pil cinese per quest’anno, portandolo vicino al 3%, contro il 5,5% del Governo. Ma la situazione potrebbe peggiorare. I dati macro in arrivo non lasciano intravedere nulla di buono. Ad agosto, l’attività manifatturiera in Cina, appesantita dalle restrizioni anti-Covid e da un’ondata di caldo senza precedenti che ha portato a carenze di energia, ha segnato il passo. L’indice Pmi calcolato da Ihs Markit per il gruppo media Caixin, si è attestato a 49,5 punti rispetto ai 50,4 di luglio. Un numero inferiore a 50 riflette una contrazione dell’attività. Si tratta del calo più ampio da maggio.

Due giorni fa, intanto, sono scattate nuove restrizioni anti-Covid, che interessano diverse città del Paese a seguito di nuovi focolai di Covid-19. Nel dettaglio, le misure di contenimento hanno colpito circa la metà dei 6 milioni di residenti della città portuale di Dalian, e parzialmente anche le città di Chengde e Shijiazhuang nella provincia di Hebei, entrambi a circa tre ore dalla capitale Pechino.