Economia

In arrivo il report che sancira’ la fine dell’area euro

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New York – L’esito e’ stato paradossale. L’introduzione dell’euro aveva l’obiettivo di unire il Vecchio Continente e invece non ha fatto che dividerlo ancora di piu’.

E’ sempre piu’ alta la possibilita’ che la Germania e l’Olanda usciranno dall’area euro, stanche di ingoiare un numero indefinito di “trasferimenti” verso le nazioni in difficolta’ della regione. A dirlo e’ Charles Dumas, chief economist di Lombard Street Research.

Dumas sottolinea che i paesi del ‘Club Med’ hanno bisogno di circa il 5% di Pil per rifinanziare il debito per un tempo “piu’ o meno indefinito”.

La situazione e’ particolarmente tesa in Olanda. Il partito di destra PVV (Partito per la Liberta’), pur non avendo seggi ministeriali, riesce a far valere la sua influenza sulla fazione al governo, che ha disperato bisogno del sostegno degli antieuropeisti per restare in sella.

Il PVV é contrario ai piani di salvataggio di Grecia e Portogallo a spese dei contribuenti olandesi e alla perdita di sovranità nazionale. Potendo fare leva sul crescente malcontento della popolazione. Rispetto a Berlino, Amsterdam non ha giovato cosi’ tanto del passaggio all’euro.

Qualche mese fa il PVV ha commissionato alla societa’ di ricerca Lombard Street Research uno studio che calcolasse le conseguenze economiche positive e negative tra restare a far parte dell’area euro e invece lasciare il blocco a 17. Il report uscira’ a giorni. E conterra’ materiale esplosivo.

Il PVV fara’ di tutto per assicurarsi che esso riceva attenzione mediatica. A quel punto il governo, che difende a denti stretti le politiche di Bruxelles e Francoforte, entrera’ in crisi. Senza l’appoggio del partito anti-euro non potra’ resistere al potere.

Non finisce qui. Anche la Germania non potra’ ignorare il report e rimanere indietro. E non lo fara’ nemmeno la Francia. Si potrebbe cosi’ materializzare la nascita di un’Europa a due velocita’, diviso tra Europa teutonica con valuta forte ed Europa del sud con moneta debole, uno scenario che molto economisti prevedono.

Con il piano di salvataggio del Portogallo ormai alle porte e con la Grecia gia’ pressoche’ fallita e di cui la Germania chiede il commissariamento, le notizie negativa da Italia e Spagna potrebbero aumentare di intensita’ e numero. E con esse i tagli fiscali e l’incremento delle tasse, che strozzerebbero ulteriormente una crescita gia’ sterile.

Capiranno che i loro governi hanno dipinto un quadro troppo roseo sulle questione che l’Eurozona di trova a dover risolvere. Non si tratta solo del report, chiaramente. E’ la combinazione di una serie di fattori negativi.

Il rapporto servira’ “meramente” da catalizzatore, la goccia che fara’ traboccare il vaso di Pandora. Piu’ i piani di aiuti verso i paesi indebitati aumenteranno e piu’ le voci anti euro si moltiplicheranno. E con esse i piani di austerita’ e l’intensita’ della recessione. Formando un’onda gigantesca che sara’ difficile arginare.