Chi investe sul mercato azionario si chiede da giorni se la Federal Reserve ritocchera’ al rialzo i tassi d’interesse. Il consenso, cioe’ il comune sentimento della finanza, e’ che la Banca Centrale Usa – che ha ribassato i tassi per ben tre volte l’anno scorso per fronteggiare la crisi finanziaria in Asia, Russia e America Latina – aumentera’ i federal funds quest’anno (forse addirittura nella riunione del prossimo 16 novembre dell’Open Market Committee) o all’inizio del 2000; e cosi’ la Fed sara’ andata a pari
con i tre aumenti del 1998. Questo e’ cio’ che a Wall Street viene descritto come ”comfortable consensus”, in altre parole uno scenario riguardante i tassi d’interesse con cui il mercato si sente abbastanza a suo agio.
Ma c’e’ chi non la pensa cosi’. Uno degli economisti americani piu’ intelligenti e preparati, Albert Gross, chief economist della Refco, grande dealer di titoli del Tesoro, afferma: ”Sarebbe irragionevole per gli investitori sentirsi a proprio agio con lo scenario chiamiamolo cosi’ di tutto conforto; e per un semplice motivo: non accadra”’. Gross, che ci ha azzeccato in pieno con le sue previsioni sui tassi, si al rialzo che al ribasso, nei due anni appena passati, prevede un altro incremento di 1/4 di punto dei fed funds al meeting del 16 novembre. Ma quel ritocco, sottolinea, sara’ seguito da un altro; e forse da un altro ancora. ”L’economia sta crescendo a ritmi troppo accelerati e il forte rialzo dei prezzi alla produzione in settembre e’ un segno incontrovertibile di ripresa dell’inflazione”, spiega l’economista. Mettendo poi in evidenza altri fattori, tra cui il dollaro debole, il recente balzo in avanti di petrolio e oro, un mercato del lavoro molto rigido, la probabilita’ che gli stipendi salgano, Gross sostiene che per la prima volta da anni pressioni inflazionistiche serie stanno davvero prendendo corpo. ”Dato questo scenario – dice l’economista della Refco – e’ chiaro che un solo modesto incremento dei tassi da parte della Fed non sara’ sufficiente per raffreddare la fiammata inflazionistica”. Tra l’altro, stando a informazioni insider, Alan Greenspan non vede piu’ la questione del ”millennium bug” come un problema per l’economia, il che e’ un ostacolo in meno sulla strada di un rialzo dei tassi. In generale Greenspan ritiene davvero che la festa sia finita, spieg Gross, ma nonostante cio’ Wall Street considera i moniti del capo della Fed con una certa sufficienza. ”La mia sensazione – spiega l’economista della Refco – e’ che ignorare i commenti di Greenspan sul mercato azionario sopravvalutato, ogni investitore puo’ farlo solo a suo rischio e pericolo”. E poiche’ le due aree dell’economia piu’ nevralgiche e sensibili ai tassi d’interesse sono la borsa e il mercato immobiliare, ”la Fed tentera’ di tagliare le gambe a tutt’e e due”. Con la Fed che ha gia’ dichiarato ufficialmente di essere incline a rialzare i tassi, e con due incrementi in arrivo nelle prossime settimane, il gioco basato sulla remunerazione-rischio, a Wall Street, dovrebbe d’ora in poi essere basato sulla conservazione del capitale. Cio’ significa che gli investitori dovrebbero concentrarsi sul cash, sui titoli del Tesoro e sui fondi di mercato monetario, mentre in borsa le posizioni dovrebbero essere difensive. ”Non bisogna essere ambigui – conclude l’economista della Refco – questo e’ il momento sbagliato per possedere azioni”.