Economia

Imu-Tasi: arriva tax day, salasso da oltre 50 miliardi

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ROMA (WSI) – Ultima chiamata oggi alla cassa per i proprietari di immobili tenuti al pagamento della prima rata dell’Imu e della Tasi dovute per il 2016. Oggi, giovedì 16 giugno è l’ultimo giorno utile per pagare la doppia rata con il modello F24 o il bollettino postale.

Ad essere esonerati dal pagamento sia dell’Imu che della Tasi, il tributo comunale sui servizi indivisibili sono i proprietari di immobili adibiti ad abitazione principale purchè non si tratti di immobili di lusso o di pregio, ossia non rientrino nelle categorie catastali A1, A8 e A9. Quindi sia l’Imu che la Tasi si pagano solo sulle seconde case e sulle prime solo se di lusso.

Le regole per il calcolo sono le stesse per entrambi i tributi. Si individua la base imponibile, data dalla rendita catastale rivalutata del 5% e poi moltiplicata per specifici coefficienti che sono:

  • 160 per le abitazioni, magazzini e autorimesse
  • 140 per laboratori e locali
  • 80 per uffici, banche e assicurazioni
  • 65 per opifici, alberghi
  • 55 per negozi e botteghe.

All’importo ottenuto si applicano poi le aliquote che sono diverse da Comune a Comune e che basterà recuperare sul sito del Dipartimento delle Finanze. Per il calcolo della prima rata in scadenza il 16 giugno si applicano le aliquote 2015, poi le nuove al momento del saldo entro il 16 dicembre 2016. La legge di Stabilità 2016 ha introdotto delle specifiche novità valevoli sia per l’Imu che per la Tasi.

  • Riduzione della base imponibile al 50% per immobili concessi in comodato d’uso gratuito ai parenti entro il 1° grado in linea retta a condizione che il comodante possegga un solo immobile in Italia e risieda o dimori abitualmente nel Comune in cui si trova l’immobile oggetto di comodato ovvero in alternativa, il comodante deve possedere nel medesimo Comune soltanto un altro immobile e vi risieda, per il comodatario, ossia l’occupante, il fabbricato deve costituire abitazione principale e il contratto di comodato deve essere regolarmente registrato
  • Riduzione della base imponibile al 75% per immobili concessi in locazione a canone concordato

Per quanto riguarda gli inquilini da quest’anno non sono più tenuti a pagare la Tasi se l’immobile in cui vivono è destinato ad abitazione principale e non sia di lusso o di pregio. Per l’immobile affittato continua a pagare la sua quota Tasi invece il proprietario.

Il pagamento sia di Imu che di Tasi può avvenire in due modalità alternative:

  • con bollettino di conto corrente postale con numero “1008857615” per l’Imu e “1017381649” per la Tasi
  • modello F24 in cui vanno indicati correttamente i codici tributo “3912” per l’Imu sull’abitazione principale e “3958” per la Tasi.

Ma non solo Imu e Tasi. Oggi è il tax day perché vi sono altre scadenze fiscali molto importanti sia per le famiglie che per le imprese che, secondo i calcoli  della Cgia di Mestre costerà agli italiani ben 51,6 miliardi di euro. Parliamo oltre che delle tasse sulla casa anche delle ritenute Irpef, Iva, Irpef, Irap, addizionali comunali/regionali Irpef.

Il versamento più oneroso – dice la Cgia – riguarderà le ritenute Irpef dei dipendenti e dei collaboratori che attraverso il sostituto di imposta saranno trasferite dalle imprese all’erario per un importo pari a 11 miliardi di euro. A seguire l pagamento del saldo 2015 e dell’acconto 2016 relativo all’Ires (Imposta sui redditi delle società di capitali) prr cui le imprese saranno chiamate a versare poco più di 8,5 miliardi di euro. A commentare questi numeri il coordinatore dell’Ufficio studi  della CGIA Paolo Zabeo.

“Dal pagamento di tutte queste tasse si evince  che il processo di semplificazione fiscale iniziato quindici anni fa sta segnando il passo. Oltre a ridurre il carico fiscale, bisogna assolutamente sfoltire la giungla normativa che compone il nostro ordinamento tributario, per consentire ai piccoli imprenditori di liberarsi da una burocrazia e da un numero di adempimenti che sono diventati eccessivi ed estremamente costosi. Non dobbiamo dimenticare che i più penalizzati da questa situazione così opprimente sono le micro imprese e i lavoratori autonomi che, a differenza delle aziende di maggiori dimensioni, non possiedono una struttura amministrativa in grado di adempiere a tutte queste incombenze”.