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Immobiliare: dal 1998 valore case è cresciuto del 70%

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ROMA (WSI) – Il mercato immobiliare italiano attraversa la sua più grande crisi di sempre. Nelle ultime settimane sia il rapporto Nomisma che le rilevazioni Istat hanno segnalato un’ulteriore contrazione dei prezzi delle case, dovuta allo stallo delle compravendite, al peso fiscale e soprattutto all’impossibilità di stipulare un mutuo.

Eppure, allargando lo sguardo al medio-lungo termine, si scopre le case degli italiani in generale valgono di più rispetto a qualche anno fa. È il risultato dell’ultimo studio Tecnocasa, che dimostra come, dal 1998 ad oggi, gli immobili abbiano subito una rivalutazione di quasi il 70%, 67,8% per l’esattezza. Chi ha stipulato un finanziamento per comprare casa a qualche anno fa, insomma, ha sicuramente fatto un investimento.

Anche Tecnocasa non poteva non accorgersi della tendenza negativa in atto dal 2007, con dati sempre più allarmanti a partire dall’anno scorso. Nei grandi centri, infatti, gli immobili hanno perso circa il -10,5% del loro valore nel 2012, l’11,5% nei capoluoghi di provincia e l’11,6% nelle periferie della grandi città. Nonostante questo, gli ultimi 14 anni sono stati un vero e proprio toccasana per i “nidi” delle famiglie italiane.

La città che più ha vissuto questo fenomeno è Napoli, che ha addirittura superato il raddoppio del valore, con una media del +110,3% e una rivalutazione record fra il 1998 e il 2006: +202%. Le metropoli si confermano, come in ogni classifica che riguardi l’immobiliare, protagoniste: dopo il capoluogo campano troviamo infatti Roma (media +99,5% e picco del +152,2%) e Milano (media +80,9% e picco del +116,6%).

Il 2007 è appunto una data spartiacque, dopo la quale il trend ha cominciato la sua fase discendente. La media nazionale calcolata da Tecnocasa riguardo alla perdita di valore delle case si assesta al -25%. Bari e Bologna sono state le più colpite, con rispettivamente il -33,6 e il -33,3%, mentre hanno resistito di più le grandi città. Milano ha perso il 16,5% e Torino il 19,8%. Soffermandosi su dati per macro-aree geografiche, gli immobili al Sud hanno lasciato sul campo il 27,5% del loro valore, quelli del Centro il 26,1 e il 25,4 al Nord.

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