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Il grafico della settimana: il debito pubblico dei Paesi europei

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Per fronteggiare nel miglior modo possibile la pandemia causata da Covid-19 e le conseguenze economiche da essa generate, gli stati membri dell’Unione europea hanno avuto una forte accelerazione sul fronte della spesa, aumentando così il debito pubblico. Per tutti i Paesi è previsto un aumento del rapporto debito/Pil quest’anno e una parziale riduzione nel 2021.

La corsa al debito

Nel grafico mostriamo come la media dell’Eurozona passi dall’86% del 2019 al 102.7% del 2020. Notevole è l’aumento del debito della Germania, uno dei pochi Paesi che rientrava nei parametri di Maastricht, che raggiunge il 75,6% del pil, con un incremento di 15 punti percentuali. L’Italia, da sempre caratterizzata da un debito elevato, è uno dei Paesi con la maggiore stima di aumento. Secondo le stime della Commissione europea, il debito italiano sfiorerà il 160% del Pil nel 2020.
Le previsioni del Fondo monetario internazionale sono ancora più nere. In un momento di crisi, nel breve periodo, la sostenibilità del debito va ricercata nella capacità di un Paese di far fronte alle spese di rimborso con le proprie entrate, piuttosto che sulla crescita dell’economia. Le rassicurazioni sulla solidità del debito italiano sono arrivate da più fronti, ma è importante che il governo riesca da implementare delle strategie di consolidamento dell’economia nel medio-lungo periodo, così da ridurre la mole di debito e interessi annessi da ripagare.
I Paesi Bassi hanno un debito che è meno della metà di quello italiano. Da queste cifre è facile intuire come mai le posizioni dei due Stati sul piano Next Generation EU siano agli antipodi.
Anche Francia e Spagna sforano la fatidica soglia del 100%, mentre la Grecia si avvia a sfiorare il 200%. Per quanto riguarda quello che avviene fuori dall’area euro, il Regno Unito sorpassa la soglia “psicologica” del 100%, attestandosi al 102.5%. Tale cifra sarà probabilmente destinata a salire, visti gli ultimi provvedimenti anti-crisi annunciati dal cancelliere Rishi Sunak in audizione alla camera dei comuni la settimana scorsa.

Cosa dicono gli economisti?

Secondo l’ex presidente della Bce Mario Draghi e molti altri economisti, gli alti livelli del debito pubblico saranno una caratteristica permanente dell’economia nei prossimi anni. Tuttavia, se non sono le percentuali a preoccupare, da tenere sott’occhio sono i vari tassi d’interesse che ogni Paese offre perché più sono alti, più un Paese fatica a trovare liquidità.
Il lavoro fatto dalla Banca centrale europea negli ultimi mesi è stato fondamentale per calmierare gli spread di ogni Stato dell’Eurozona, soprattutto per l’Italia, la quale ha raccolto ingenti miliardi sul mercato dei titoli di Stato.
Ma quando i programmi emergenziali finiranno, saranno decisivi le politiche che ogni Stato deciderà di mettere in campo, visto che l’enorme debito accumulato negli ultimi mesi è un problema per le generazioni future e il fattore che può consentire un suo ridimensionamento è solo uno: la crescita economica.

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