Il World Economic Forum, che ha organizzato a Dubai (Emirati Arabi Uniti) il primo incontro del nuovo Consiglio sul futuro globale (Global Future Councils) lo scorso 13-14 novembre, ha interrogato una serie di esperti, selezionati fra i 700 membri del consiglio, sul volto che potrebbe assumere il pianeta nel 2030. Dalle prospettive di queste menti lungimiranti, che riuniscono le esperienze del mondo accademico, della società civile, dei governi e del business, sono scaturiti questi otto fondamentali cambiamenti.
- Tutti i prodotti diventeranno servizi. Secondo il parlamentare danese Ida Auken il mondo del futuro supererà drasticamente l’acquisto, inteso come appropriazione di un bene: la nuova frontiera sarà soddisfare sempre più i bisogni, quando questi si presentano, attraverso l’erogazione di servizi on demand. “Non posseggo nulla. Non una macchina, non una casa, nemmeno i vestiti”, dice la Auken: col declino dello shopping si moltiplicheranno, dunque, servizi come il car sharing e altre forme di “prestito” di ciò di cui si ha bisogno.
- Un prezzo globale sulle emissioni di CO2. Alla diminuzione dei costi per la produzione di energia rinnovabile (con un’Europa prima protagonista) i disincentivi sulle emissioni provocate dai combustibili fossili, secondo Jane Burston, responsabile per il clima al National Physical Laboratory britannico, saranno affiancati da un mercato globale per commerciare il diritto di emettere determinate quantità di CO2 nell’atmosfera.
- La fine dell’egemonia Usa. Molti la intravedono già oggi, ma nel 2030 l’egemonia statunitense nello scacchiere globale dovrebbe diventare una realtà incontrovertibile. Secondo Robert Muggah direttore per la ricerca presso l’Igarapé Institute sperimenteremo il ritorno della centralità degli stati nazione con particolare rilevanza di una pluralità di attori. Spiccheranno ancora gli Usa, assieme a Russia, Cina, Germania, India e Giappone.
- Dall’ospedale allo “home-spedale”. Secondo Melanie Walker, medico e consigliere della Banca Mondiale si farà strada negli anni una medicina focalizzata su prevenzione e personalizzazione coadiuvata dal monitoraggio della tecnologia. In più, prefigura la Walker, i donatori di organi saranno soppiantati da sofisticate repliche artificiali “bio-stampate”.
- Si mangerà molta meno carne. L’attenzione per l’impatto ambientale e per la salute personale, secondo Tim Benton, professore di Ecologia presso l’università di Leeds (Regno Unito), porterà a un forte cambiamento delle abitudini alimentari e, dunque, dell’economia sottostante. Con una combinazione che vedrà avanzare sia l’agricoltura di larga scala sia quella dei piccoli coltivatori.
- “I rifugiati siriani di oggi: i Ceo del 2030”. Secondo Lorna Solis, fondatrice e Ceo della Nge Blue rose compass, osserveremo i siriani più istruiti, fra quelli scappati dal conflitto che ha dilaniato il loro Paese, integrarsi ai livelli più alti della organizzazione economica. Visto che il cambiamento climatico comporterà lo spostamento di un miliardo di persone, dice Solis, il mondo dovrà essere più preparato per i popoli in migrazione.
- Il punto di rottura dei valori occidentali. Già tema di scottante attualità, il test per le democrazie liberali così come oggi le conosciamo, sarà sempre più gravoso nei prossimi anni. Per questo i pesi e contrappesi dei sistemi politici occidentali potrebbero essere in pericolo, scrive Kenneth Roth, direttore esecutivo dello Human Rights Watch.
- Pronti a partire verso il Pianeta Rosso. E’ il capo degli scienziati della Nasa, Ellen Stofan, a offrire l’ultima e più suggestiva delle previsioni del consiglio del Wef: l’umanità, entro il 2030 sarà pronta a partire per Marte. Non solo: una volta arrivati là, scrive Stofan, potremmo ottenere risposte importanti sulla vita terrestre e probabilmente ottenere la prova di forme di vita aliene.