(9Colonne) – Roma, 31 mag – Per l’Istituto Bruno Leoni – think-tank liberista – il governo dovrebbe urgentemente cancellare l’aumento delle accise sul gasolio, imposto dal decreto legislativo n.68 del 22 febbraio 2007. L’aumento, che entrerà in vigore da domani, porterà l’accisa da 0,416 a 0,423 euro per litro; se si considera anche l’Iva al 20 per cento, la componente fiscale sarà di 0,508 euro per litro, un aumento pari all’1,68 per cento, “in un momento in cui – osserva l’IBL – sembra essere unanime la convinzione che i prezzi dei carburanti per autotrazione siano troppo alti”. Commenta Carlo Stagnaro, direttore Ecologia di mercato dell’Istituto: “se è vero che i prezzi sono troppo alti, allora bisogna intervenire subito sulla componente fiscale, che ne rappresenta la quota maggioritaria. Per di più, l’Antitrust ha recentemente accusato le compagnie di spostare illecitamente i loro margini dalla benzina al gasolio: perché l’Authority non contesta lo stesso comportamento al governo, che da anni aumenta la pressione fiscale sul diesel più velocemente di quanto non faccia sulla benzina? La verità è che, così come il teorema dell’Antitrust è infondato, l’esecutivo continua ad accanirsi contro il diritto della gente alla mobilità al solo scopo di generare gettito, senza alcun riguardo alle reali esigenze della popolazione”. Per sensibilizzare il pubblico sull’incidenza della componente fiscale sui carburanti, l’IBL ha avviato la campagna www.StopAccise.com.
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